Di Redazione su Domenica, 03 Luglio 2022
Categoria: Avvocà, per ora grazie, storie sul palazzaccio, sul Foro e sull'amore (Giuseppe Caravita) - Diritto e Letteratura

I suoi occhi erano neri, come il costume della vedova e come la morte (da "Avvocà, per ora grazie")

Aveva indossato il costume del paese, quello delle vedove. Tutto nero, con il velo in testa fermato da un grande spillone d'oro, e le falde che quasi coprivano interamente il volto. Le sottane nere, una sopra all'altra, arrivavano sino alle sottili caviglie, coperte da calze nere, e ai piedi scarpe a mocassino nere.

Nei suoi occhi balenava una luce terribile: i suoi occhi erano neri, neri come il costume della vedova, neri come la morte. E solo morte era quanto vi si poteva leggere.
Tutto il paese sapeva cosa stava per accadere. Tutto il paese lo sapeva perchè erano diciotto anni che tutti aspettavano questo momento.

 Diciotto anni prima, appena nato il suo primo ed unico figlio, le avevano ammazzato il marito. Lo avevano ammazzato con particolare ferocia: in un agguato in campagna, vicino al pozzo dell'acqua, lo avevano legato, gli avevano strappato gli occhi e glieli avevano messi in mano. Poi gli avevano tagliato la gola.Tutti sapevano chi era stato. Anche lei lo sapeva. Tutti sapevano anche quello che sarebbe successo: lei avrebbe aspettato che il bimbo appena nato compisse diciotto anni, e poi avrebbe ammazzato l'assassino di suo marito.

Il suo corpo di quarantenne era ancora flessuoso, e l'abito nero, invece che mortificarla, la faceva ancora più bella. Diciotto anni di solitudine, diciotto anni di silenzio, diciotto anni ad aspettare di potere andare in galera a testa alta.
E lui non se ne era andato. Era rimasto lì, in quel piccolo paese, a ridere ogni volta che lei passava di fronte all'unico locale che serviva vino e birra, dove gli uomini giocavano a carte, con i coltelli nelle tasche, e le barbe folte, ispide e nere.

Prese  il fucile (una doppietta da caccia a canne affiancate, calibro 12) da sopra la porta. Nessuno, neanche la Giustizia, aveva mai pensato a quel fucile. Era rimasto sopra lo stipite dell'ingresso, e nessuno se ne era ricordato. Nessuno, tranne lei. Ogni settimana per diciotto anni lo aveva pulito, oliato, lucidato. E aveva conservato nella madia una scatola con venti cartucce per la caccia al cinghiale, quelle a palle incatenate. A lei ne bastavano due: nessuno avrebbe osato fermarla. Era un suo diritto e un suo dovere. Avrebbe esercitato il primo e adempiuto il secondo.

Caricò il fucile, ed uscì di casa. L'aria era ancora calda, e la luce tagliava gli angoli del paese secondo linee di ombra geometricamente ossessive.
I grilli ancora cantavano, mentre gli uomini si ritiravano in casa.
Era il giorno.
Tutti avrebbero assistito, da dietro le loro finestre, al compiersi di quanto doveva accadere. Nessuno avrebbe mosso un dito. Era un suo diritto, era un suo dovere.
Con passi rapidi raggiunse la piazza, dove si affacciavano le case del paese. Un silenzio surreale avvolgeva quel grumo di case. Anche i grilli avevano smesso di cantare.
Raggiunse la mescita. Il padrone aveva chiuso, ma lui, oh lui, con quel sorriso stampato sulla faccia, che lei sognava tutte le notti da diciotto anni, lui di cui pronunciava il nome solo di fronte alla tomba del marito (lo sai che lo ammazzo, aspetta che nostro figlio diventi maggiorenne, in modo che io possa andare in prigione tranquilla), lui stava lì, seduto, con un bicchiere di vino rosso, corposo, come il sangue che di lì a poco sarebbe stato versato, poggiato sul tavolo di fronte a lui.
Come se non volesse credere. Come se non sapesse quello che tutti sapevano. Come se volesse finalmente espiare, perchè lui doveva morire, ma affinchè l'espiazione fosse piena occorreva che fosse lei ad ucciderlo.
"Eccomi" disse lei "Tu sai cosa devo fare". Lui fece un cenno con il capo, alzò il bicchiere come per un brindisi e poi rise, anzi sorrise, ma era un sorrriso disperato: ci aveva pensato in questi diciotto anni, ad andarsene. Ma dove? Non era meglio godersi quello stralcio di vita? Diciotto anni in fondo non erano pochi. Dove sarebbe dovuto andare? A fare il mendicante lontano? No...meglio attendere il proprio destino.
Due spari, la sedia in terra, lui rovesciato indietro, il vino rosso che si confondeva con il sangue.
Lei lasciò cadere il fucile, e rimase in piedi, ad aspettare la Giustizia che la portasse via.
Arrivarono che il sole tramontava, e lei ancora stava in piedi di fronte a quel morto: tutti e due avevano aspettato diciotto anni. Solo quando gli uomini in divisa, con le armi in pugno, cominciarono ad avvicinarsi, le lacrime che si teneva dentro da tanto tempo, da troppo tempo, cominciarono a scorrere sotto i suoi occhi fieri, neri come la pece, neri come la morte.

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