Di Redazione su Lunedì, 01 Luglio 2019
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

È un bollettino di guerra, colpi di pistola contro studio avvocato, causa di separazione all'origine?

Ormai, è quasi un bollettino di guerra. Non si fermano  le intimidazioni ai danni degli avvocati, e si tratta, purtroppo, di intimidazioni estremamente gravi. Hanno almeno due punti in comune. Dal nord al sud del paese, passando per le regioni del centro, non esiste territorio nel quale, ormai quasi quotidianamente, si registrino intimidazioni, minacce, episodi delittuosi di vario tipo ai danni di un professionista. Il secondo punto in comune, ormai quasi una costante, che questi gesti criminali, in quanto proprio di questo si tratta, sono quasi sempre compiuti da clienti delusi,  o da persone che, in qualche modo, anche lato,  sono  direttamente o indirettamente toccati da una causa, un contenzioso, un affare giuridico del quale il professionista vittima dell'intimidazione si è curato o si sta curando. 

 Dopo gli ultimi casi, tutti raccontati e documentati dal nostro giornale la settimana scorsa, nel weekend un altro gravissimo episodio ha interessato una collega del milanese, la porta di ingresso del cui studio, a Pantigliate, è stato raggiunto da tre colpi di pistola. Lei ha 46 anni ed è un avvocato civilista. Le conseguenze avrebbero potuto essere terribili, considerato anche che nello stesso luogo abita la mamma 73enne, che nella giornata di venerdì ha sentito 3 boati, aperto la porta, Si è trovata i proiettili conficcati nel legno, ed allora ha chiamato subito il carabinieri della stazione di Peschiera Borromeo.

Ormai non fa più notizia, e, complice la giornata del weekend con il caldo torrido che imperversa nelle grandi regioni del nord, quasi nessuno se ne è occupato, tranne il Corriere della Sera. Secondo il quale, dalle prime risultanze sembrerebbe che le ragioni della gravissima intimidazione sarebbero legate a una causa di separazione condotta dall'avvocato, che non era in studio al momento dell'accaduto.