Di Redazione su Mercoledì, 25 Maggio 2016
Categoria: Giurisprudenza Cassazione Lavoro

Legittimo licenziamento lavoratore subordinato se rimborso spese richiesto è più alto dovuto

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione Sezione Lavoro con Sentenza 10069 del 2016 con la quale i Supremi Giudici hanno sottolineato che condotte quali quella posta in essere dal lavoratore subordinato in questione, ossia il richiedere rimborsi spese (nello specifico di carburante) eccedenti rispetto a quelli effettivamente dovuti, configurino ipotesi gravi di truffa nei confronti del datore di lavoro.
Tale "gravità" attribuita alla condotta è indubbiamente connessa al vincolo fiduciario che sta alla base del rapporto stesso che, in casi come quello in esame , viene inevitabilmente compromesso.
Né i Giudici Supremi hanno tenuto in alcun modo conto dell´assunto secondo il quale la contestazione fosse carente di tempestività.
Infatti, tale concetto va valutato secondo un parametro concreto e non astratto di riferimento; bisogna cioè legare quest´ultimo al momento in cui il datore di lavoro viene effettivamente a conoscenza dell´infrazione e non da quando potenzialmente avrebbe potuto conoscerla ponendo in essere un controllo assiduo e stringente sull´operato del lavoratore.
Infatti, precisano i Giudici, come tale controllo sia solo potenziale, una facoltà e non un dovere incombente sul datore di lavoro.
Il datore di lavoro, infatti affidandosi ai principi di buona fede e correttezza nei rapporti col dipendente, può anche decidere di non effettuare assillanti controlli sulle condotte dello stesso , sanzionandole solo allorquando vengano in rilievo.
Ciò detto le doglianze del lavoratore non hanno trovato alcun accoglimento da parte dei Supremi Giudici, trovando invece pieno riscontro da parte loro la tesi articolata dalla difesa della Società ricorrente.
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