Due orsetti dormono abbracciati, a casa loro, insieme alla mamma. Tranquilli. Non sanno che sta arrivando l'uomo. Colui che si crede il dominatore del creato, nelle palme delle cui mani pretende di possedere il diritto di vita o di morte di ogni essere umano o animale. È un attimo, poi il disastro, con l'assassinio barbaro e cruento e con l'uomo bianco che sprofonda negli abissi.
Un video giunge dall'Alaska e ci lascia increduli, sgomenti. Ripercorriamo questa cronaca immonda con le parole, drammatiche, di una eccezionale giornalista del Corsera:
"Li senti piangere, strillare di terrore nella grotta, mentre i cacciatori ne uccidono la madre, e poi puntano il fucile su di loro. Due cuccioli d'orso, massacrati lo scorso aprile a Esther Island (Alaska), in un orrendo video diffuso nei giorni scorsi dall'americana Humane Society. Puntano e sparano, e sparano di nuovo, i mostri, i vigliacchi, davanti alla caverna dove la famigliola era in letargo, puntano e sparano, mentre le grida degli orsetti si fanno più flebili e poi muoiono con loro. Sembrano grida di topolini, di uccellini, tanto sono piccoli. Sembrano grida di bambini. Poi i cacciatori, padre e figlio, tirano fuori il cadavere dell'orsa, che lascia una scia di sangue. Si danno il cinque, e il figlio, a torso nudo, posa con l'animale, mentre il padre sghignazza: «Non ci beccheranno mai». I corpi dei due cuccioletti sono così piccoli che entrano in una busta di plastica, e resta ancora spazio" (Costanza Rizzacasa d'Orsogna)