Di Redazione su Lunedì, 27 Febbraio 2017
Categoria: Attualità

DJ Fabo è morto in esilio. Ma può uno Stato civile consentire l´inferno in terra ? Le proposte e lo stallo

DJ Fabo è morto. In Svizzera, perchè in Italia non sarebbe stato possibile. Una vicenda, non l´unica, che induce ad una tristezza infinita. Nessun altro pensiero se non rispetto per chi se n´è andato e gratitudine per quello che ha dato all´arte e alla musica. Ma in punta di piedi: può esistere, anche in nome della sacralità della vita umana, il diritto di un uomo, legislatore o vestito con abiti sacri, di imporre il rispetto di una regola e costringere a morire, lontano dal proprio mondo e da chi si ama, un altro uomo che vive in una condizione subumana ? Ed allora, perchè il ritardo nella approvazione di una buona legge nel nostro paese ?

Le proposte in Parlamento
Ieri, il Messaggero ha fatto il punto sullo stallo in atto:
"È stato avviato il 3 marzo 2016, per la prima volta nella storia del Parlamento italiano, il dibattito sulle «Norme in materia di eutanasia», di particolare rilevanza visto il caso del Dj Fabo, confronto incardinato nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera, rimasto però fermo da allora, in pratica da un anno. Mentre sta procedendo in modo più spedito l´approvazione del ddl sulle «Disposizioni anticipate di trattamento», o biotestamento, che ha avuto il primo via libera dalla commissione Affari Sociali della Camera il 17 febbraio, pur con forti polemiche da parte dei fronte trasversale dei deputati cattolici. Sono proprio loro ad equiparare alcuni aspetti del biotestamento ad una forma di eutanasia, anche se in realtà il ddl si propone di regolare un aspetto del fine-vita che riguarda le proprie volontà circa le cure mediche"

Cosa diversa sono, infatti, le sei le proposte di legge sull´ eutanasia che dovrebbero costituire un futuro testo unificato: cinque sono d´iniziativa parlamentare, a prima firma Bechis (Misto - Alternativa libera), Di Salvo (Pd), Marzano (Misto), Mucci (Misto) e Nicchi (SI-SEL). A queste si aggiunge la proposta di legge di iniziativa popolare depositata da oltre 67.000 cittadini attraverso l´Associazione Luca Coscioni il 13 settembre 2013. A far parlare di sé è stata soprattutto quest´ultima. Prevede, in modo non troppo dissimile dalle altre, che per aver diritto all´ eutanasia, la richiesta provenga da un paziente maggiorenne, affetto da una malattia che provoca gravi sofferenze e inguaribile, e che non si trovi in stato di incapacità di intendere e di volere. Inoltre il trattamento eutanasico deve comunque rispettarne la dignità e non provocare sofferenze fisiche. La richiesta deve essere attuale e accertata, i parenti del paziente devono esserne informati. L´urgenza di una legge in materia viene testimoniata da più fonti. I dati dell´Eurispes contenuti nel Rapporto Italia 2016 mostrano come il 60% degli italiani (+4,8% rispetto al 2015) sia favorevole a una legislazione sull´ eutanasia

Queste le questioni e le nostre domande mentre riportiamo l´articolo pubblicato pochi minuti fa da Repubblica sugli ultimi istanti di DJ Fabo.

L´annuncio di Cappato dalla Svizzera: "Alle 11,40 se ne è andato con le regole di un Paese che non è il suo". Filomena Gallo, segretario dell´associazione Coscioni: "Marco rischia 12 anni di carcere". Saviano: "Parlamento non all´altezza"

"Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo". Con queste parole Marco Cappato, dell´associazione Luca Coscioni ha annunciato il decesso di Fabiano Antoniani, 40 anni compiuti il 9 febbraio scorso, il dj cieco e tetraplegico "immobilizzato in una lunga notte senza fine" in seguito a un grave incidente stradale.
Dopo anni di terapie senza esito, Fabo aveva chiesto alle Istituzioni di intervenire per regolamentare l´eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere fino alla fine. Di qui un video-appello al presidente della Repubblica, realizzato grazie all´aiuto della sua fidanzata e dell´Associazione.
"Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l´aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille", era stato il suo ultimo messaggio arrivato via Twitter, attraverso l´associazione Coscioni, di Fabo che parlava dalla Svizzera dove era ricoverato in una clinica per ricevere il suicidio assistito.

Oggi era in programma un´ultima visita medica e psicologica per confermare la sua volontà. Con Fabo c´era Marco Cappato, tesoriere dell´Associazione Luca Coscioni, che attraverso il social aveva risposto risponde: "Grazie a te Fabo".

Cappato "rischia 12 anni di carcere", ha detto a Sky Tg24 Filomena Gallo, segretario dell´associazione. Gallo ha sottolineato come Cappato si sia "preso la responsabilità" di tale atto e ha ricordato come molti malati siano "costretti ad emigrare per ottenere l´eutanasia e ciò è discriminatorio anche per i costi che ciò richiede, fino a 10mila euro".

"In Italia la libertà di scelta è violata. I continui rinvii del parlamento sul testamento biologico evidenziano una mancanza di volontà politica a riconoscere e affermare i diritti delle persone. Rendere impossibile l´eutanasia significa violare il diritto più importante: quello di decidere della propria vita e porre fine al proprio dolore", ha scritto su Facebook Roberto Saviano. "Ancora una volta il Parlamento italiano dimostra di non essere all´altezza dei suoi compiti - prosegue - siamo con Fabo, che ha scelto di scegliere ed è giunto in Svizzera con il sostegno di Marco Cappato". E su Twitter ha scritto: "Dopo inutili appelli alla politica italiana, Fabo è ora in Svizzera. Siamo con Fabo, che ha scelto di scegliere".