Di Redazione su Domenica, 28 Agosto 2016
Categoria: Istituzioni

Dirigenza pubblica, CdM cambia regole: corsi al posto dei concorsi, ecco come si accederà alla funzione

Dirigenti pubblici, cambia tutto, o almeno molto, cambiano in particolare le regole per l´accesso al ruolo. In due parole, un laureato che desideri far carriera nella p.a. non dovrà partecipare a decine di concorsi, attendere tempi biblici, subire, se vincitore, ricorsi su ricorsi. Nulla di tutto questo: basterà essere ammesso al corso concorso, poi tutto sarà automatico.
Questo, ma in realtà molto di più, è quanto deciso dal Consiglio dei ministri, che nella seduta "straordinaria"del 25 agosto, dedicata anche ai provvedimenti di emergenza per i Comuni colpiti dal sisma, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo sulla nuova disciplina della dirigenza della Repubblica ai sensi dell´articolo 11 della legge 7 agosto 2015, n.124.
Nello specifico, il testo ribadisce e chiarisce alcuni principi fondanti:
il sistema della dirigenza è costituito dal ruolo dei dirigenti statali, dal ruolo dei dirigenti regionali e dal ruolo dei dirigenti locali; ogni dirigente può ricoprire qualsiasi ruolo dirigenziale; la qualifica dirigenziale è infatti unica.
Ma la vera novità del provvedimento riguarda l´accesso alla qualifica unica dirigenziale: infatti alla dirigenza si accederà per corso-concorso o per concorso. Le graduatorie finali saranno limitate ai vincitori e non comprenderanno gli idonei. La Scuola nazionale dell´amministrazione (Sna) sarà trasformata in Agenzia senza maggiori o nuovi oneri per la finanza pubblica, sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, svolgerà funzione di reclutamento e formazione del personale della PA. Il suo come obiettivo quello di assicurare una formazione omogenea della dirigenza.
Da quando il sistema entrerà a pieno regime, con l´approvazione del regolamento attuativo, quindi, per candidarsi ad un posto di dirigente non sarà necessaria una lunga anzianità, e neppure superare il classico concorso, ma basterà disporre di una laurea ed aver conseguito un periodo di formazione specialistica preso la Scuola nazionale dell´amministrazione.
Ecco il sistema: tramite il corso-concorso saranno coperte tutte le necessità, mentre il concorso che conosciamo diventerà residuale e avrà carattere eccezionale. Probabilmente, si ricorrerà ad esso per garantire, in qualche misura, e nei limiti stabiliti dalla legge è dalla giurisprudenza, una parte di reclutamenti dall´interno (i csd concorsi interni).
Il provvedimento stabilisce anche che presso il Dipartimento della funzione pubblica sarà istituita la Commissione per la dirigenza statale (analogamente è istituita anche la Commissione per la dirigenza regionale e la Commissione per la dirigenza locale). La Commissione, costituita entro 90 giorni dall´entrata in vigore del decreto, opererà in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione. In particolare, preselezionerà i candidati ai fini del conferimento degli incarichi dirigenziali generali effettuando la valutazione ex post delle scelte effettuate dalle amministrazioni per altri incarichi.
Gli incarichi dirigenziali avranno durata di 4 anni e potranno essere rinnovati per altri 2 nel caso di valutazione positiva o per il periodo necessario al completamento delle procedure per il conferimento del nuovo incarico. I dirigenti privi di incarico, concluso il mandato, dovranno partecipare ad almeno 5 interpelli all´anno; in assenza di incarico, il primo anno percepiscono il trattamento economico fondamentale e il secondo anno lo stesso decurtato di un terzo. Successivamente il Dipartimento della funzione pubblica li potrà collocare d´ufficio in posti vacanti. Il dirigente a cui è revocato l´incarico per inadempienza avrà un anno di tempo per avere un nuovo incarico altrimenti scatterà la licenziabilità.