Di Redazione su Venerdì, 05 Gennaio 2018
Categoria: Istituzioni

Diplomati magistrali dopo il Consiglio di Stato, ecco la posizione del MIUR

Gli insegnanti diplomati, ha stabilito il Consiglio di Stato in A.P., non possono essere inseriti nelle graduatorie finalizzate ad una assunzione, ma solo in quelle utilizzate per le supplenze.
Come riferito in questo portale, alcuni giorni prima del Natale è precisamente mercoledì 20 dicembre, il Consiglio di Stato ha deciso che gli insegnanti in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002, dovranno essere esclusi dalle graduatorie ad esaurimento, cioè dalle graduatorie a cui sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione ad insegnamento e che sono utilizzate per l´assunzione in ruolo.
La sentenza ha stabilito che chi ha il diploma magistrale dovrà essere inserito non nelle Graduatorie ad esaurimento ma nelle Graduatorie d´istituto, quelle che vengono utilizzate per le supplenze annuali e temporanee.
La decisione dell´adunanza plenaria di Palazzo Spad è arrivata dopo una serie di decisioni difformi nei contenuti e nella conclusione da parte del medesimo giudice d´Appello: negli ultimi anni altre cinque sentenze sempre del Consiglio di Stato avevano infatti ritenuto corretto l´inserimento dei diplomati nelle graduatorie ad esaurimento ma la sentenza definitiva ha del tutto capovolto l´orientamento e le decisioni precedenti cui si è fatto cenno.
I destinatari della sentenza sono l´enorme platea dei docenti inclusi nella graduatoria utile ai fini delle assunzioni nella scuola d´infanzia: i sessantamila che, in possesso di diploma, erano stati inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento (le insegnanti e gli insegnanti che hanno conseguito il titolo ritenuto fino ad oggi abilitante entro l´anno 2001), ma anche tutti quei docenti che, dalla esclusione dei primi, avrebbero potuto e potrebbero ottenere un vantaggi sotto il profilo di una migliore collocazione in graduatoria o addirittura di una assunzione al loro posto. Sì, perché in tanti sono stati comunque assunti, anche sulla base di decisioni rese dai Tribunali, tra cui molte assunte sotto forma di ordinanza cautelare di accoglimento. e sono proprio questi a rischiare di più, insieme a quelli in procinto di essere assunti a fronte della loro collocazione nelle ridette graduatorie.
La sentenza del Consiglio di Stato ha condotto a proteste in tutta Italia, più che comprensibili, tenuto conto del fatto che in migliaia temono di perdere d´un colpo il posto di lavoro faticosamente conquistato dopo tanti anni di precariato, Le organizzazioni che si sono schierate a difesa dei diplomati magistrali hanno annunciato una manifestazione in piazza il prossimo 8 gennaio.
Ora, sul punto, si registra la presa di posizione del ministro per l´istruzione, Valeria Fedeli che, in una intervista a Quotidiano.net, ha precisato gli orientamenti del Miur in proposito.
"Bisogna saper leggere bene la sentenza del Consiglio di Stato, la decisione non ha effetti immediati sulle situazioni soggettive dei diplomati magistrali", ha detto Fedeli. "Il Consiglio di Stato è intervenuto per assicurare che i giudici interpretino la normativa in modo uniforme visto che in passato ci sono state sentenze con orientamenti differenti».
Rispondendo alla domanda se chi è stato assunto in mancanza di laurea possa rischiare di perdere il posto, Fedeli ha detto che "In assenza dei nuovi giudizi di merito che prima o poi arriveranno come ministero abbiamo chiesto all´Avvocatura generale dello Stato una interpretazione corretta della sentenza. Innanzitutto bisogna capire se è retroattiva o no e come bisogna ottemperare ai diritti dei già assunti in ruolo in forza di una sentenza del Tar e di quelli che hanno già superato il periodo di prova, come anche dei controinteressati laureati".
Come si muoverà quindi il Miur?
"Noi vogliamo evitare che si vada avanti di contenzioso in contenzioso e che ci siano ulteriori ricorsi. Deciderò in piena autonomia. A furia di usare ricorsi anziché l´applicazione delle legge si creano situazioni di difficoltà per la scuola, per la continuità didattica, quindi per gli studenti, per le famiglie e anche per le singole persone".