Il premier Giuseppe Conte, insieme al vice presidente del consiglio Luigi Di Maio e al Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli potrebbero essere, e saranno con ogni probabilità, iscritti nel registro degli indagati in merito alla vicenda Diciotti, seguendo così il Ministro dell'Interno Matteo Salvini.
È questa, secondo quanto ipotizzato da Adn Kronos, la possibile evoluzione dell'esame dei documenti che, come richiesto dall'ex presidente del Senato e già procuratore di Palermo e capo della procura Antimafia Piero Grasso, la giunta per le autorizzazioni a procedere, presieduta da Maurizio Gasparri, ha inviato alla Procura della Repubblica di Catania, che trasmetterà le proprie richieste al tribunale dei ministri della stessa città.
I documenti in questione comprendono, come si ricorderà, le memorie con cui il premier, il vicepremier Di Maio ed il Ministro dei Trasporti Toninelli si sono interamente assunti insieme a Matteo Salvini le responsabilità per quanto accaduto in relazione alla Diciotti, che è stato qualificato come integrante il reato di sequestro di persona aggravato dal tribunale dei ministri il quale, disattendendo la tesi del procuratore capo Carmelo Zuccaro, ha richiesto il giudizio per il titolare del Viminale.
La prossima settimana, secondo calendario e termini di legge, la giunta per le autorizzazioni a procedere deciderà sulla richiesta del tribunale dei ministri, ma in questo calendario rischiano di entrare pesantemente le decisioni che potrebbero essere assunte dalla Procura della Repubblica prima e dopo dal tribunale dei ministri, che potrebbero richiedere la stessa autorizzazione per il premier, l'altro vicepremier e il titolare dei Trasporti. In un clima che, a quel punto, sarebbe ai limiti del collasso, non solo perché non è mai accaduto che un intero governo, o quantomeno i suoi massimi vertici nell'insieme, sia iniziato dalla magistratura di reati tra l'altro di estrema gravità quali il sequestro aggravato, ma anche perché, a quel punto, un rigetto della richiesta dell'autorizzazione a procedere, esulando da un comportamento di un singolo come al momento accade, e riguardando l'intera compagine di governo, equivarrebbe, anche al di là del merito del ragioni giuridiche ad esso sottese, ad alzare una barriera di sostanziale impunità, che potrebbe minare anche la reputazione internazionale dell'esecutivo.
Senza dire che, in questo scenario, anche la consultazione on-line che il movimento si accinge a celebrare si carica di un significato ben più ampio.