Di Redazione su Lunedì, 04 Febbraio 2019
Categoria: Legge e Diritto

"Cosa si aspettava, che Marina esclamasse poffarbacco? Troppo permalosi certi giudici, si sintonizzino sugli esseri umani". Gramellini a valanga sul Corsera

I giudici sono spesso troppo permalosi, con un eco a dismisura ed invece devono sintonizzarsi di più sugli esseri umani , sulle loro emozioni. Dalle colonne del Corriere della Sera è toccato a Massimo Gramellini occuparsi del processo Ciontoli, e di quell'spressione infelice, "Vuole andare a fare una passeggiata a Perugia?" scagliata come un sasso in faccia dal presidente della Corte d'Assise d'Appello alla madre di Marco Vannini, che visibilmente alterata si era portata davanti la Corte dopo la lettura del dispositivo di una sentenza comunque impressionante ed ancora tutta da comprendere. 

 Passano i giorni, ma non riesco a togliermi dalla testa la voce gelida e risentita del giudice di Corte d'Appello che interrompe la lettura del dispositivo di una sentenza per minacciare denunce contro i parenti della vittima, quel ragazzo di vent'anni ucciso a Ladispoli nella vasca da bagno. Sconvolta per avere appena appreso che l'assassino del figlio se l'era cavata con soli cinque anni di reclusione, la madre stava vomitando in aula il suo sdegno e il suo dolore. Che cosa ci si poteva aspettare da lei, di grazia? Che stringesse cavallerescamente la mano al presidente della Corte, limitandosi a esclamare «poffarbacco»?

A certi giudici, e a certi commentatori snob che li difendono, si potrebbe sommessamente ricordare che un conto è prendersela con i tribunali popolari dei social, che commentano le sentenze come se fossero calci di rigore, un altro è offendersi per la reazione scomposta di una madre. Il magistrato ha tutto il diritto di derubricare un omicidio da volontario a colposo. Ma nel momento in cui lo comunica al mondo, quindi anche alla parte lesa, è lecito chiedergli di alzare la testa dai codici e sintonizzarsi sugli esseri umani, mettendo il suo ego permaloso in disparte e provando compassione per coloro che dalla sua legittima sentenza si sentiranno legittimamente squartati dentro. Un bravo giudice lo immagino come un bravo chirurgo: freddo mentre opera, ma caldo quando parla e ascolta, dato che l'oggetto del suo operare è la carne viva.

Massimo Gramellini