La strada della casa di Totò Riina da questo momento in poi si chiamerà Cesare Terranova, giudice ucciso da Cosa Nostra, mentre il nido di contrada Punzonotto con i nomi delle sorelline Nadia e Caterina Nencioni, uccise con i genitori nella strage di via dei Georgofili, del 1993. "Abbiamo voluto concludere in modo molto simbolico questi due anni di impegno a Corleone", ha detto Giovanna Termini, una della triade commissarisle che regge il Comune di Corleone insieme a Rosanna Mallemi e Maria Cacciola dopo lo scioglimento per mafia. "A conclusione di questo incarico commissariale posso dire con serenità e anche con grande soddisfazione che la scommessa è stata vinta", sono state le parole del prefetto di Palermo. "Il merito è delle tre commissarie che, coinvolte anche emotivamente in questa delicata mission istituzionale, hanno assunto spesso scelte coraggiose, hanno talora buttato il loro cuore oltre l'ostacolo, e che lasciano tante azioni positive. Solo le ultime iniziative: l'apertura del centro disabili, la nuova sede del locale del commissariato di pubblica sicurezza in un immobile comunale appositamente ristrutturato, l'apertura di questa scuola intercomunale dell'infanzia, chiusa da tempo, e resa possibile grazie all'utilizzo di fondi del ministero dell'Interno. Del passato desidero ricordare il trasferimento di uffici comunali nel bene confiscato a Rosario Lo Bue, appositamente fatto sgomberare dopo un'occupazione abusiva durata anni". Corleone è cambiata - ha detto il giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo, che ha coordinato l'evento - adesso, una bellissima sfida attende gli studenti di questa città, raccontare i tanti eroi di Corleone che nessuno ha mai ricordato: negli anni Sessanta, mentre imperversava la guerra di mafia, alcuni testimoni denunciarono ai carabinieri i mafiosi Riina e Provenzano, questa storia poteva finire già all'epoca. Invece, quei cittadini furono minacciati e dovettero andare via dalla Sicilia. Anche altri denunciarono, e furono uccisi. Corleone non si è mai arresa alla violenza mafiosa" (Fonte: La Repubblica)