Per 100mila euro di prestito la commissione stabilita dalla banca può arrivare fino a 2mila euro all´anno. Cinquecento euro a trimestre. Per i commercianti un salasso nell´epoca dei tassi zero (o negativi). C´è una norma modificata dal governo Monti e inserita nel Testo unico bancario che manda su tutte le furie le associazioni di categoria dei Piccoli. Ha ormai sei anni e Confcommercio, una delle sigle principali di Rete Imprese Italia, ritiene sia tempo di mandarla in soffitta perché scoraggia l´iniziativa imprenditoriale, ferma l´occupazione, costringe gli esercenti e gli imprenditori a fare i saltimbanchi per far quadrare i conti.
Si chiama "commissione messa a disposizione fondi". Ed e´ un balzello fissato come limite massimo dello 0,5 per cento trimestrale dell´importo a favore degli istituti bancari per l´apertura di un fido e relativo conto corrente su cui accreditarlo. Comprende le spese di istruttoria, di gestione del conto, di messa a disposizione del denaro e del rischio di massimo scoperto nel caso l´affidatario del prestito vada in rosso. Le associazioni delle piccole imprese denunciano però proprio la sua natura trimestrale. Che si va a sommare agli interessi fissati nei piani di ammortamento. Un prelievo prestabilito anche nel caso in cui i soldi non vengano effettivamente prelevati per pagare i fornitori o comprare macchinari. A supporto della tesi — sostiene Confcommercio — ci sarebbe la nuova normativa sull´anatocismo, relativa al pagamento degli interessi sugli interessi, che ha registrato la periodicità annuale nel rischio di credito.
Soprattutto ci sarebbe la prolungata fase di stagnazione economica, seppur attenuata da questa crescita appena abbozzata, che ha costretto la Banca centrale europea ad azzerare i tassi di interessi interbancari prestando soldi agli istituti senza richiedere un premio sotto forma di rendimento proprio per favorire la ripresa. Le banche sono di tutt´altro avviso. Fonti vicine all´Abi rilevano che questa commissione per la messa a disposizione fondi fu istituita proprio per venire incontro alle esigenze degli esercenti che non capivano le innumerevoli voci relative alle spese di istruttoria per la concessione di un prestito. Fu deciso dall´allora esecutivo Monti di stabilire per legge un tetto di quella che sarebbe diventata una commissione onnicomprensiva di tutte le spese di gestione. Una decisione, rilevano, persino dirigista in un´economia di mercato, nata per rendere più trasparente il rapporto tra imprese e banche. La remunerazione trimestrale sarebbe necessaria per l´analisi dei rischi di credito dei mutuatari.
scritto da Fabio Savelli (Corriere.it, 9/10/2017)