Stupro, almeno presunto, all'interno di un ascensore della Circumvesuviana, atto IV. Il primo atto, dopo la denuncia, è stata la cattura dei tre presunti responsabili. Il secondo la scarcerazione di due dei tre componenti del gruppo. Il terzo atto la decisione, appena due giorni fa, del Tribunale del Riesame partenopeo, che ha deciso la liberazione anche dell'ultimo giovane rimasto in carcere. Il quarto atto potrebbe andare in scena, benché di tutto si tratti meno che di una rappresentazione teatrale, già la prossima settimana, quando la Procura potrebbe annunciare che quella decisione del Riesame non è condivisa dai pm e per questo merita di essere sottoposta, attraverso una impugnazione, al vaglio del giudice di legittimità.
Una impugnazione che appare, più che possibile, probabile. Troppe le perplessità che, tra numerosi giuristi ancor prima che nell'opinione pubblica, ha accompagnato e seguito quella decisione. Che è stata fondata prevalentemente sulla scarsa attendibilità della presunta vittima, peraltro, come è stato rilevato dai giudici, affetta da alcune patologie mentali, e sulle immagini delle telecamere di stanza sui luoghi nei quali si sarebbe consumata la violenza. Immagini con qualche braccio appoggiato sulla spalla, interpretate dal Riesame in un modo molto, forse troppo semplice: la ragazza era consenziente, quel rapporto sessuale è stato da lei pienamente voluto. Con una contraddizione dei quali I magistrati non sembrano neppure essersi accorti. Può una persona che si assume mentalmente malata reagire di fronte ad una situazione di violenza psicologica e fisica esattamente come una persona senza quei problemi?
Eppure, sembra che qualcosa si muova in Procura. Che, come riferisce stamane un articolo pubblicato sul Mattino di Napoli, i pm si siano invece persuasi che "non c'è niente di amichevole, di affettuoso, di tenero in quella mano sulla spalla. Non c'è niente di umano, niente di complice in quel braccio appoggiato sulla spalla della ragazza", che "la mano sulla spalla di A.S. assomiglia alla carezza del diavolo, qualcosa di molto lontano rispetto all'intesa che si crea tra due persone che hanno deciso di fare sesso assieme, fosse anche per una sola volta".
Insomma, svela il quotidiano, il pm Cristina Curatoli - che coordina l'inchiesta - e l'aggiunto Raffaello Falcone, potrebbero impugnare. Ripartendo dai video, dalla loro osservazione. Puntando ad una ricostruzione del tutto diversa rispetto a quella offerta dal Riesame.
Una ricostruzione suggestiva, quella che, quasi plasticamente, viene suggerita dal cronista, Leandro Del Gaudio: "la scena centrale viene ripresa da una telecamera che inquadra il passaggio sopra i binari, un corridoio di metallo e plexiglass dal quale ogni giorno passano migliaia di utenti in arrivo da Napoli. Cosa accade in quella manciata di minuti? Si vede arrivare il gruppetto di ragazzi per le scale che raggiungono il centro del corridoio: Alessandro e la ragazza si dirigono verso un primo ascensore, mentre R. B. e A.C. restano fermi a una ventina di passi di distanza"
"Sembra un piano preordinato in partenza: B. e C. hanno il cappellino con visiera, quasi intuendo la presenza di telecamere; sembrano fare da «palo», mentre A. e la ragazza si accorgono che il primo ascensore è guasto. Rieccoli ricomparire nella scena: A. e la ragazza tornano sui loro passi ed è questo il cuore del processo. Guardiamoli. Sono al centro del corridoio da sovrappasso, davanti a loro hanno B. e C., che li attendono al varco del secondo ascensore. A. tiene il braccio sinistro sulla spalla sinistra della 24enne che cammina con andatura incerta: sembra tentennare quando arriva al bivio che conta, tra le scale di ferro e il secondo ascensore in cui si consumerà il rapporto sessuale. Ed è ancora il video ad alimentare suggestioni negative: a questo punto, A. sembra fare pressione sulla spalla della ragazza per indurla a seguirlo in ascensore, deviando con il corpo alla sua destra, verso l'ascensore. Pressione lieve, minima, quasi impercettibile, ma fastidiosa a vedersi. Il resto è storia nota: la 24enne sostiene di aver accettato di fumare una sigaretta e di essere stata costretta a subire uno stupro di gruppo; i tre si difendono sottolineando il carattere consenziente del rapporto. Passano otto minuti, nei quali A. dà il cambio agli altri due, nel frattempo passano all'esterno dell'ascensore decine di passeggeri di ritorno da una giornata di lavoro a Napoli, diretti alle loro case di San Giorgio. Impossibile o inutile urlare - riflettono gli inquirenti - l'ascensore è completamente isolato"
E siamo all'epilogo. "Finito tutto, R.B. e A.C. escono dall'ascensore assieme alla ragazza e incontrano A.S.: i tre amici si separano subito dalla 24enne, che prosegue verso le scale con la sua borsa a tracolla. Non c'è violenza o drammaticità - come scrivono gli inquirenti - ma la scena è brutta, fa venire il vomito: esattamente come capita a uno dei tre ragazzi, immortalato nei suoi conati, prima di ridere in modo sguaiato delle tracce di sperma sui pantaloni: non esattamente una scena da maschio alfa".