di Caterina Belloni*
Vietato parlare agli insegnanti, quando si accompagnano a scuola i bambini o si va a riprenderli. D´ora in poi non dovranno esserci contatti diretti, a parte il rituale saluto, tra genitori e docenti. A stabilirlo la nuova linea di condotta imposta in una scuola elementare di Glasgow e avvallata dal comune. I responsabili della Sandwood Primary School hanno deciso di definire una regola così perentoria, dopo l´aumento degli incidenti avvenuti nel cortile dell´istituto, con padri e madri che gridavano contro i docenti e usavano un linguaggio offensivo. Certo si è trattato di pochi casi, ma comunque troppi secondo il capo d´istituto, che ha pensato di cambiare sistema.
Cartellino giallo e cartellino rosso
Anziché approcciare gli insegnanti in cortile, per segnalare disagi o problemi, d´ora in poi i genitori dovranno andare in segreteria e chiedere un appuntamento per discutere i problemi, anticipando anche di cosa si tratta. Per informare le famiglie della nuova procedura è stata inviata a tutti una lettera ufficiale in cui si spiega le ragioni di questa scelta fatta a malincuore ma dettata dalla necessità: i docenti non possono essere costretti a trovarsi in situazioni imbarazzanti, con genitori frustrati e arrabbiati, che scaricano su di loro tensioni magari legate ad altri ambiti. D´ora in poi chiunque non si atterrà a queste indicazioni riceverà un richiamo scritto dalla scuola e se anche a questo non ci sarà seguito, i genitori verranno invitati a restarsene fuori dal cortile. Una specie di cartellino giallo per gli indisciplinati, come quelli distribuiti dagli arbitri di calcio nelle partite di campionato. L´aumento di polemiche e litigi dentro il cortile dell´istituto del resto non giova a nessuno. Lo ha ribadito anche l´amministrazione comunale schierandosi dalla parte del dirigente: bisogna evitare che temi delicati e personali siano trattati ad alta voce di fronte a tutti, compagni di scuola compresi, e poi vanno tutelati i docenti che, nella loro attività già così impegnativa, non hanno certo bisogno di affrontare anche «risse» in area di rigore.
*pubblicato su Corriere.it 17 febbraio