Di Redazione su Martedì, 30 Ottobre 2018
Categoria: Legge e Diritto

Cassazione, chiarimento su doppio contributo: chi applica la sanzione e secondo quali presupposti

Un fondamentale intervento della Corte suprema di Cassazione su una delle questioni più controverse che si pongono all'esito del giudizio di legittimità presso la medesima Corte in uno dei casi, sfavorevoli per il ricorrente, in cui il processo si concluda con una pronuncia di inammissibilità, di improcedibilità o di rigetto integrale della domanda.

Orbene, con sentenza numero 26907 pubblicata dalla Suprema Corte il 24 ottobre 2018, il giudice di legittimità ha stabilito che sia nei casi di esenzione dal contributo, che in quelli di prenotazione a debito, nel caso di procedimento con patrocinio a spese dello Stato, il giudice sia tenuto a chiarire attestare se abbia pronunciato in tema di inammissibilità o improcediblità o di "respingimento integrale", mentre competa poi all'Amministrazione valutare se una tale pronuncia, ovviamente sfavorevole per il ricorrente, potenzialmente tenuto in astratto a dover pagare il doppio contributo, comporti poi effettivamente l'irrogazione della sanzione processuale a quest'ultimo In seguito a tale esito sfavorevole.

Insomma, è al funzionario della cancelleria che compete ogni decisione coerentemente, ovviamente, con L'unico compito del giudice, quello di attestare l'improcedibilità, l'inammissibilità o il rigetto nel merito. Conclusione, quella della Suprema corte, che chiarisce anche che l'unico soggetto nei riguardi del quale dolersi, in via amministrativa o giurisdizionale, nel momento in cui la sanzione processuale predetta sia stata effettivamente irrogate, è unicamente la cancelleria civile, e per essa il Ministero di giustizia.