Il 3 maggio, alle 14.30, presso la sede di Cassa Forense, ha avuto corso il secondo incontro tra MGA e i vertici di Cassa Forense, sulla vertenza in atto per richiedere una previdenza più equa e sostenibile da parte degli avvocati a reddito basso e medio basso.
"Sin dal congresso nazionale di Bari del 2012, nel corso del quale MGA chiese l´approvazione di una mozione che impegnasse Cassa al passaggio al sistema contributivo senza minimi obbligatori, la nostra azione politica e di pressione ha avuto come finalità quella di accendere i riflettori sulle reali condizioni dell´avvocatura e di riportare equità intergenerazionale e interreddituale nella categoria. La vertenza in atto prosegue questo cammino. Al di là degli slogan, che in certi casi cominciano a diventare vuoti ripetitivi, siamo convinti che un sistema più equo sia tecnicamente possibile. E che ciò vada non proclamato: ma dimostrato scientificamente".
Così il comunicato stampa diffuso alla vigilia da M.G.A. che spiegava che "il secondo incontro con i vertici del nostro istituto previdenziale si prefigge questo scopo: quello di offrire a Cassa una occasione di confronto con uno studioso di fama riconosciuta, consulente di diversi istituti previdenziali italiani, che condivide le linee generali della visione previdenziale di MGA. Sarà infatti con noi, in conference call via skype, il prof. Alessandro Trudda dell´Università di Sassari, docente di Matematica per l´Economia, ed esperto di dinamiche attuariali in relazione alle casse previdenziali. Chiederemo quindi al presidente Luciano di voler sentire una second opinion dal prof. Trudda in ordine alla sostenibilità e alla equità intergenerazionale dell´attuale sistema previdenziale e alla possibilità di eliminare i contributi minimi obbligatori".
Concludendo: "Se Cassa accetterà il confronto scientifico sul punto,disposta a rivedere le proprie certezze (fondate, a giudizio di MGA, su dati fallaci) un passo avanti sarà fatto. Diversamente, la lotta proseguirà in altre forme".
L´incontro, come detto, non è stato il primo: il percorso era stato già iniziato da M.G.A. con un primo incontro cui aveva fatto seguito un aggiornamento ad altro appuntamento ad opera delle parti.
Dialogo aperto, riconoscimento delle due parti della importanza dell´incontro in un momento di straordinaria crisi della categoria, disponibilità di Cassa Forense a considerare le proposte elaborate e presentate da Mga - tra cui la abolizione del contributo integrativo minimo - e conseguente aggiornamento ad altro incontro, quello tenuto ieri: così, in poche righe, potrebbe sintetizzarsi il risultato del primo e atteso vertice tenutosi nella sede di Cassa Forense, cui hanno partecipato Cosimo Matteucci, Antonino Garifo e Anna Maria Forte (rispettivamente presidente e responsabili dei dipartimenti "previdenza e assistenza" e "politiche sindacali" della associazione) e - per la Cassa - il suo presidente Nunzio Luciano, il vice Walter Militi e i componenti del cda Roberto Uzzau e Giuseppe Larosa Monaco.
Vertice cui ha fatto seguito quello di ieri.
Proprio qualche ora fa, in esito all´incontro tenutosi nella giornata di ieri, M.G.A. ha diffuso un comunicato stampa (nella immagine sottostante) che dà atto del positivo esito del confronto e della decisione di Cassa di costituite un tavolo tecnico congiunto in esito alle conclusioni del quale potranno essere assunte quelle decisioni, citate nel documento, che oggi sono richieste dalla stragrande parte dell´Avvocatura italiana e che, se accolte, possono garantire una maggiore equità ad un sistema che, per come adesso è, viene considerato inaccettabile.
La storia: le posizioni di M.G.A.
Insieme alle proteste partite da Catania con una petizione che ha raccolto oltre 20mila firme, ed al presidio e allo sciopero della fame dei legali aderenti a Nuova Avvocatura Democratica, culminate nella manifestazione RID-NAD del 21 aprile innanzi la Corte di Cassazione, della quale abbiamo dato ampia notizia in questo sito, si è mossa Mobilitazione Generale degli Avvocati (M.G.A.), uno dei gruppi di legali più partecipati ed ascoltati, che sui social, Facebook in particolare, ha recentemente superato i 30mila iscritti ma che, al di là di questo tipo di presenza, è da tempo impegnato, come organizzazione sindacale, ad elaborare proposte di indubbio rilievo anche generale e sistemico, che possano consentire di superare un momento di forte crisi, soprattutto per i professionisti titolari di redditi bassi e medio-bassi.
Le posizioni di MGA - recita un comunicato diffuso alcuni mesi fa sulla bacheca del gruppo che reca la firma dell´avvocato Cosimo Matteucci - "sono notoriamente diverse da quelle di Cassa Forense, e contro Cassa abbiamo scritto, protestato e manifestato".
Ma adesso - continua la nota - "è il momento della proposta.
Il prossimo 22 febbraio alle ore 15, presso la sede di Cassa Forense è stato fissato un incontro al vertice MGA-Cassa: il presidente Nunzio Luciano, il suo vice Walter Militi e il componente di giunta Roberto Uzzau riceveranno una nostra delegazione.
Sarà un primo incontro di carattere politico in cui si confronteranno le reciproche posizioni ed MGA avanzerà le proposte".
Questo vertice - spiega ancora Matteucci - "è fondamentale per tutti gli avvocati portatori di redditi bassi (0-10.600 euro) e medio bassi (10600-19000), a cui ci rivolgiamo e a cui chiediamo sostegno".
"Per la prima volta un sindacato degli avvocati si presenta come parte sociale per discutere direttamente con Cassa Forense la nostra proposta di riforma previdenziale in senso contributivo-solidaristico.
La vertenza quindi concernerà il tentativo di riportare ad equità il sistema previdenziale forense.
Perchè MGA ritiene che i contributi minimi previdenziali scollegati dal reddito imposti da Cassa Forense siano una stortura, e che in essi si celi un tentativo di selezione censitaria della categoria.
Perchè MGA ritiene che il sistema di Cassa Forense sia sbilanciato a favore degli avvocati produttori di redditi alti e medio alti, e che ciò sia inaccettabile a maggior ragione in un periodo di crisi dei redditi così evidente".
Ma quali sono le proposte che M.G.A. mette in campo per Per una politica previdenziale "che delinei un sistema sostenibile, solido, e soprattutto solidale ed equo" ?
Eccole qui:
Sulla riforma della struttura organizzativa e amministrativa della Cassa Forense.
1. Riduzione drastica della misura delle indennità di carica spettanti annualmente al Presidente, al Vice – Presidente, ai componenti del Consiglio di Amministrazione (cfr. art. 11 e 15 comma 3 St.) ai Sindaci (cfr. art. 24 comma 4 St.) e al Direttore Generale (cfr. art. 15 comma 1 lett. c) St.);
2. calmieramento delle spese di viaggio e di soggiorno e di ogni altra spesa rimborsabile per lo svolgimento di ogni incarico e/o partecipazione a congressi, convegni e manifestazioni indetti dalla Cassa (cfr. art. 29 comma 1 St.);
3. eliminazione delle spese e dei costi non essenziali;
4. pubblicazione sul sito della Cassa di tutti i verbali relativi alla riunioni degli Organi Collegiali, dei documenti relativi le indennità ed ogni voce di spesa comunque attinente gli organi di amministrazione e di controllo, dei bilanci preventivi, delle delibere e degli atti dispositivi rilevanti per il funzionamento della gestione di Cassa Forense e del report A.L.M. (per la gestione della passività e dei rischi);
5. attuazione del Codice della trasparenza di Cassa Forense, e in particolare di quanto dell´art. 7.
Sulla riforma del sistema previdenziale.
1. Abolizione dei contributi minimi obbligatori;
2. determinazione del contributo soggettivo in base ad aliquote progressive. Si chiede che a ogni scaglione o fascia reddituale venga applicata un´aliquota da determinarsi sulla base dei criteri della progressività e soprattutto dell´equità in modo tale da tutelare i redditi bassi e medio - bassi. In merito si allega un prospetto che, sulla base dei dati reddituali forniti da Cassa Forense (fonte: "I numeri dell´avvocatura 2015"), dimostra come sia possibile, con la sola applicazione di aliquote progressive, raccogliere circa 924 milioni di euro di contributo soggettivo (all. n. 1);
3. adozione del sistema di calcolo contributivo della pensione, salvaguardando il principio solidaristico e le sue applicazioni. In particolare s´intende apportare al sistema contributivo degli specifici correttivi solidaristici da finanziarsi questi con l´aumento della pressione previdenziale sui redditi alti e medio - alti. In particolare, su queste fasce di reddito si chiede di aumentare sia i contributi previdenziali e, per i redditi superiori a Euro 250.000 anche il contributo di solidarietà. Chiediamo inoltre introdursi un contributo di solidarietà a carico delle pensioni più alte, liquidate con il precedente sistema retributivo. Con queste risorse proponiamo di correggere il sistema di calcolo contributivo finanziando:
- un trattamento minimo pensionistico garantito anche agli avvocati che abbiano maturato un montante contributivo insufficiente e non abbiano raggiunto i 35 anni di contributi;
- l´estensione dei trattamenti assistenziali di cui al paragrafo n. 3. reintroduzione della restituzione dei contributi soggettivi versati, per coloro che si cancellano dalla Cassa Forense entro l´ottavo anno d´iscrizione e che non abbiano mai dichiarato un reddito superiore a Euro 10.600,00;
5. previsione, come requisito essenziale per aver diritto alla pensione di vecchiaia della cancellazione dall´albo degli avvocati, così come già prevista per la pensione di anzianità.
6. eliminazione delle sanzioni per le morosità nel pagamento dei contributi previdenziali maturate dagli avvocati portatori di redditi fino a Euro 10.600,00 e riduzione alla metà per quelli portatori di redditi fino a Euro 19.857,00.
Sulla riforma del sistema assistenziale.
1. Eliminazione di ogni discrezionalità della Cassa Forense nel riconoscimento dei trattamenti assistenziali, che deve essere eseguito solo ed esclusivamente sulla base di criteri predeterminati e oggettivi, quali l´I.s.e.e.;
2. riconoscimento del trattamento assistenziale a favore degli avvocati in stato di bisogno, da individuarsi negli avvocati portatori di redditi non superiori a Euro 19.857,00, da subordinarsi alla sola esistenza di un reddito rientrante in quella fascia e da accertarsi mediante l´I.s.e.e., e da erogarsi fino all´esaurimento dei fondi disponibili. Sul punto si chiede alla Cassa Forense di uniformarsi ai principi sanciti dalla sentenza n. 807/16 del Tribunale di Trani – Sezione Lavoro (all. n. 2).
*Per redditi bassi si intendono i redditi dichiarati ai fini irpef compresi nella fascia da Euro 0 - 10.600,00; per redditi medio – bassi si intendono i redditi dichiarati ai fini irpef compresi nella fascia da Euro 10.600,00 a 19.857,00. I dati reddituali sono tratti dall´indagine di Cassa Forense "I numeri dell´avvocatura 2015".