Una tragedia sfiorata, una intimidazione gravissima con ben pochi precedenti quella occorsa poche ore fa ad un avvocato di Pachino, Adriana Quattropani, con un rudimentale ordigno piazzato sotto l´auto per intimorirla durante l´esercizio delle funzioni.
La Collega (nella foto) secondo la ricostruzione di Siracusa News, in qualità di curatore fallimentare stava apponendo i sigilli a una pompa di benzina a Pachino. Un soggetto, identificato dalla stessa e da alcuni testimoni, ha piazzato una bomba carta sotto l´auto danneggiando in pieno giorno.
Il Consiglio dell´Ordine degli Avvocati di Siracusa ha manifestato la propria solidarietà nei confronti della collega, oggetto di un vile e spregiudicato gesto ritorsivo, avvenuto in pieno centro abitato, in pieno giorno e a seguito dello svolgimento del proprio dovere di pubblico ufficiale, quale curatore fallimentare.
La solidarietà del Coa
L´Ordine degli Avvocati di Siracusa ha espresso "sconcerto e grave preoccupazione per l´avvenimento odierno. Il danneggiamento dell´autovettura della collega, sotto la quale è stato collocato da ignoti un ordigno esplosivo, è un chiaro segnale di escalation della criminalità organizzata che ritiene di poter impunemente compiere atti intimidatori anche nei confronti di chi è preposto alla tutela della legalità e dei diritti dei cittadini".
Il Consiglio dell´Ordine ha anche preannunciato che si costituirà parte civile contro i responsabili dell´ignobile atto ritorsivo, ed auspicato un" intervento immediato e risoluto da parte delle forze dell´ordine e dell´autorità giudiziaria al fine di tutelare la collega e di scongiurare che simili episodi abbiano in futuro a ripetersi".
"Sia chiaro, infine, ai delinquenti autori del gesto – hanno concluso il presidente dell´Ordine Francesco Favi e il segretario consigliere Carmelo Greco – che quanto avvenuto costituisce solo ulteriore sprone per gli avvocati tutti a svolgere il proprio compito con assoluta diligenza e precisione. La stessa che sarà impiegata dai colleghi che garantiranno con la loro opera, agli autori del vile gesto, un giusto processo".
La solidarietà dei magistrati e delle associazioni forensi
All´avvocato vittima del gravissimo atto intimidatorio è stata espressa solidarietà dell´Associazione Nazionale Nagistrati, sottosezione di Siracusa, con il suo presidente Andrea Migneco e la segretaria Chiara Salomone.
"La ANM di Siracusa manifesta piena ed incondizionata solidarietà all´avv. Adriana Quattropani per il vile gesto intimidatorio del quale è stata vittima mentre esercitava, nel comune di Pachino, le delicate funzioni di curatore fallimentare nominato dall´Autorita´ Giudiziaria.
L´inqualificabile atto ritorsivo, compiuto mediante il danneggiamento dell´autovettura della professionista con uso di un ordigno esplosivo, rappresenta un preoccupante segnale di violenta insofferenza al principio di legalità ed un odioso tentativo di condizionamento della importante funzione svolta dagli avvocati e dai professionisti investiti di pubbliche funzioni, spesso tenuti ad operare in condizioni ambientali difficili ed insidiose.
Nel ribadire il pieno sostegno della magistratura siracusana agli avvocati e ai liberi professionisti che collaborano con l´Autorita´ Giudiziaria espletando le importanti funzioni loro conferite nelle procedure civili e penali, si esprime il convincimento che la vilta´ di tali gesti criminali incontrerà la doverosa reazione degli organi istituzionali, nel rispetto dei principi di giustizia e legalità".
Un attestato di solidarietà anche da Massimo Baglieri, coordinatore di Avvocati Liberi di Siracusa.
"Il gruppo ALI di Siracusa ha appreso della disavventura occorsa alla collega Adriana Quattropani e le manifesta grande solidarietà.
ALI auspica che le Forze dell´ordine riescano ad assicurare alla Giustizia gli autori dell´infame gesto e che la magistratura infligga ai malfattori, la giusta pena come esempio affinché non si ripetano più gesti del genere".
Solidarietà anche da parte del presidente di Aiga Marco Signorelli: "L´AIGA sezione di Siracusa esprime piena solidarietà alla socia giovane avvocatessa Adriana Quattropani per il vile gesto intimidatorio subito, durante l´esercizio delle funzioni di Curatore fallimentare.
La giovane avvocatura siracusana sostiene chi quotidianamente svolge la professione forense con dignità e impegno e si augura un immediato intervento di tutti gli organi istituzionali per reprimere tali gesti".
Le piste nell´editoriale
de "La Spia"
Tra le ipotesi, quella riconducibile agli scenari criminali di Pachino.
A parlarne espressamente in un editoriale del giornale di cui è direttore, La Spia, Paolo Borrometi, il giornalista, direttore di articolo21, che da tempo ha condotto una complessa inchiesta giornalistica svelando le trame dei clan mafiosi nel centro del siracusano. La bomba contro l´auto dell´avvocato a Pachino: le connessioni con Peppe Marcuotto e con la moglie Franca Corvo, questo il titolo dell´articolo appena pubblicato che ricostruisce la vicenda, sottolineando: "Pachino ritorna teatro di una violenta reazione del clan nei confronti dello Stato che, per decisione del Giudice alla procedura fallimentare di Siracusa, aveva ordinato che il distributore "Esso" gestito da Franca Corvo, ritornasse al legittimo proprietario, ovvero a Salvatore Sallemi (titolare della licenza). Dopo una lunga trattativa il Giudice di Siracusa aveva deciso di ridare a Sallemi la gestione del distributore Esso di Pachino. Troppo per la Signora Franca Corvo, moglie del pluripregiudicato Giuseppe Vizzini, meglio conosciuto con l´ingiuria di "Peppe Marcuotto".
"Così questa mattina, subito dopo le operazioni di riconsegna del distributore, il legale Quattropani e il signor Sallemi si erano recati con l´auto dell´avvocato al bar sport di Pachino.
Stavano ultimando di bere il caffè quando hanno sentito un violento scoppio: la macchina era stata seriamente danneggiata dalla deflagrazione della bomba carta.
Peppe Marcuotto (al secolo, lo ricordiamo, Giuseppe Vizzini) è un pluripregiudicato più volte coinvolto in indagini anche per mafia.
Peppe Marcuotto è oramai da tempo intraneo al clan, comandato da Salvatore Giuliano.
Così l´affronto della perdita del distributore, per il quale la moglie Franca Corvo aveva accumulato debiti per decine di migliaia di euro, era troppo.
Ecco che, come riferiscono i bene informati, uno dei due figli di Marcuotto (i due figli si chiamano Andrea e Simone, entrambi incensurati), avrebbe seguito i due fino al bar.
Chi abbia messo la bomba non è ancora chiaro e verrà svelato dalle indagini del Commissariato di Polizia di Pachino.
Ed è sempre la Polizia sta cercando di ricostruire i fatti per verificare chi ha seguito l´avvocato per piazzare la bomba.
Una cosa è certa: i cittadini di Pachino, se vogliono veder finire questo clima di paura, devono iniziare a denunciare. I nomi sono questi, ma casualmente ancora una volta nessuno ha visto nulla.
I mafiosi di Pachino, da Giuliano a Marcuotto, questa volta potrebbero averla fatta davvero grossa".