Di Redazione su Martedì, 04 Dicembre 2018
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Bollino blu agli avvocati, Morra isolato anche dai suoi, Aiello: "Mai discusso in Commissione"

In principio fu il bollino. Un bollino blu, come quello delle banane. Un bollino che il Senatore Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare per la lotta alla mafia, pretendeva di appiccicare sulla giacca, sulla borsa o sulla toga degli avvocati italiani, così come di tutti gli altri liberi professionisti, per certificare in qualche modo la loro moralità, in una sorta, sono state le sue parole, di filiera morale, e per così contrastare ogni possibile commistione illecita tra professionisti e criminalità organizzata.

Intendiamoci, ogni misura di contrasto ai poteri criminali è non solo legittima, ma auspicabile. Ciò che invece ha fatto insorgere l'avvocatura, così come gli altri ordini e collegi professionali e, riteniamo, ogni persona di buon senso, è stata l'idea, proclamata ex professo da una delle più alte cariche parlamentari, di un bollino di riconoscibilità. Come se la moralità possa essere affidata ad un braccialetto o ad altro segno esteriore. Pia illusione o ingenuità sorprendente. E poi, in tanti hanno osservato, cosa facciamo? Cominciamo a mettere bollino ovunque, hai grandi commis dello Stato o ai parlamentari colleghi di Morra, tra le categorie, come l'esperienza dimostra, che più sono stati colpite da ordini di custodia cautelare come anche da sentenza di condanna per infiltrazioni o per concorso esterno, o quantomeno molto di più, in proporzione di avvocati e professionisti, che peraltro dispongono di codici deontologici che, in larga misura, funzionano veramente? E poi, chi dovrebbe dare queste patenti di moralità? 

Insomma, una vera e propria boutade, tanto che lo stesso presidente dell'antimafia non è più ritenuto di tornare sull'argomento, mentre per il futuro siamo convinti che cercherà di essere più accorto nell'uso delle parole. Ma non solo, considerato che un altro componente dell'antimafia, dello stesso partito di Morra, con delle dichiarazioni rilasciate al quotidiano del Consiglio Nazionale Forense il Dubbio, ha addirittura escluso che della questione si sia mai parlato all'interno della commissione. Insomma, è stata una uscita del presidente senza alcuna indicazione proveniente dal collegio del quale fa parte. Oltretutto improvvida, visto che nessuno l'ha condivisa ed anzi in tanti si sono dissociati. Riportiamo di seguito l'articolo de Il Dubbio con le dichiarazioni del senatore Aiello.

Le "linee guida" del neo presidente della Commissione antimafia Nicola Morra hanno suscitato, come era facilmente prevedibile, una ridda di polemiche. In particolare, l'idea di istituire il ' bollino blu' per gli iscritti ai vari Ordini professionali, specie per gli avvocati. Scopo del ' bollino blu', secondo Morra, sarebbe quello di agevolare il riconoscimento dei professionisti che durante la propria attività non hanno subito contaminazioni da parte della criminalità organizzata, garantendo così "un controllo di filiera etica che possa rappresentare una certificazione di moralità". L'idea del marchio di qualità per le professioni ( ma anche l'istituzione di una Commissione ad hoc sulla Trattativa Stato- mafia o sulla massoneria, ndr) era stata lanciata l'altro giorno da Morra durante una conversazione con l'Ansa. Nulla di ufficiale, quindi.

Tesi, quella della non ufficialità, che è stata confermata dall'onorevole pentastellato Davide Aiello, componente della Commissione antimafia. Aiello, in un colloquio ieri con il Dubbio, ha affermato «che il tema del ' bollino blu' non è stato oggetto di discussione in Commissione».

«La Commissione antimafia, ad oggi, si è riunita una sola volta e non si è mai fatto cenno a questo bollino», ha precisato Aiello, smorzando quindi sul nascere le polemiche.

Archiviato il "bollino blu" si è però subito aperto un nuovo fronte. «Siamo tutti sospettati e attenzionati, a partire dal sottoscritto», ha affermato Morra ad un giornalista del Foglio che gli chiedeva ieri delucidazioni su una sua dichiarazione a proposito di Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella e componente della Commissione antimafia, che a causa delle sue vicissitudini giudiziarie ( da cui è stata assolta, ndr) avrebbe dato adito a sospetti preventivi. Ad intervenire è stato nuovamente l'onorevole forzista Pierantonio Zanettin, avvocato, che per primo si era espresso a proposito del "bollino". «Non voglio fare polemiche dirette con il presidente Morra – ha dichiarato il parlamentare azzurro – ma in tutta coscienza non vedo motivo per essere "attenzionato", né "sospettato", per il solo fatto di essere componente della Commissione antimafia». «Faccio politica con la massima trasparenza. Dal 1986 al 1993, anni difficili, come tutti possono immaginare, sono stato consigliere di Amministrazione delle più importanti aziende municipalizzate della mia città, Vicenza, senza essere mai sfiorato da una inchiesta penale», ha aggiunto Zanettin. «Sono stato componente del Csm, gestendo, in qualità di relatore, credo con competenza e professionalità questioni assai delicate. Non vedo di cosa potrei ora essere ' sospettato'. Mi pare che questa Commissione antimafia sia partita davvero male» .