Di Redazione su Domenica, 03 Aprile 2022
Categoria: Avvocà, per ora grazie, storie sul palazzaccio, sul Foro e sull'amore (Giuseppe Caravita) - Diritto e Letteratura

Bellezza mia, tu sei la segretaria di un avvocato penalista, le dissi (da "Avvocà, per ora grazie")

Senti, bellezza mia, e tu sei la segretaria di un avvocato penalista - disse l'anziano avvocato - sventolando con una cartellina presa al volo dalla scrivania la faccia della giovane signorina accasciata sul divano all'ingresso dello studio.

E certo, disse il primo Carabiniere, con una espressione preoccupata. Ha ragione l'avvocato, disse il secondo Carabiniere, sventolando la faccia della signorina con il cappello con tanto di fiamma della Benemerita.
O Gesù, disse la signorina, che era al suo terzo giorno di lavoro presso lo studio dell'avvocato penalista.

I fatti erano andati così: mentre copiava alla macchina da scrivere una minuta diligentemente predisposta dall'avvocato, avevano suonato alla porta.
La signorina (20 anni, non di più) alla sua prima esperienza lavorativa, ignara della cattiveria del mondo, dedita alla casa e a mammà, insieme alla quale accudiva il vecchio nonno, ignara soprattutto del fatto che nello studio di un penalista le notifiche le fanno i Carabinieri, era andata ad aprire la porta, e si era trovata di fronte i due Carabinieri di cui sopra, uno giovane e belloccio, l'altro che viaggiava verso la pensione insieme alla sua pancia ormai pronunciata e strizzata nella divisa.

 Carabinieri! aveva detto il giovane, esaltato alla vista della giovane donna.

La signorina, però, aveva pensato subito ad una irruzione, un arresto, un qualcosa di gravissimo: Carabinieri da così vicino non ne aveva mai visti. Assalita dalla paura, aveva dunque pensato di rifugiarsi in uno svenimento, arretrando con prudenza sino al divano dell'ingresso prima di perdere completamente i sensi.

Bellezza mia, riprese l'avvocato, nello studio di un penalista è una benedizione che vengano tutti i giorni i Carabinieri a portare notifiche, perchè vuol dire che c'è lavoro. Sosate mò, ià, e vai a preparare un bel caffè per tutti quanti noi, anche per te, bellezza mia.

 E così fu: la signorina, rossa di paura e vergogna, e intimidita comunque dalle divise, preparò il caffè. I Carabinieri notificarono, bevendo il caffè. L'avvocato si prese carte e caffè. La signorina sorseggiò il caffè in piedi vicino alla scrivania dove aveva poggiato il vassoio, ma solo un sorso, giusto per non dire di no.

E come in tutte le belle storie di una volta, il giovane Carabiniere venne a notificare così tante volte che alla fine sposò la signorina, fecero quattro figli e vissero felici e contenti.

L'avvocato nel frattempo era volato via, ma ogni volta che i due sposi raccontavano come si erano conosciuti, nella testa di tutti e due lui riappariva per dire "Senti, bellezza mia, e tu sei la segretaria di un avvocato penalista"...

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