Centotto storie di bambini vittime di mafia. Le racconta "Al posto sbagliato", libro del giornalista Bruno Palermo, 46 anni, edito da Rubbettino, presentato questa mattina alla Camera.
"Mi sono reso conto che c´era un vuoto rispetto al racconto di molte storie - ha spiegato l´autore - è stato un lavoro difficile dal punto di vista psicologico ma spero di aver reso un servizio, di aver dato la possibilità di conoscere tante vite". Il libro, che ha una prefazione di don Luigi Ciotti, è frutto di un lavoro di un anno e mezzo in cui Palermo ha spulciato giornali e archivi storici. Si parte dall´uccisione di Emanuela Sansone, uccisa il 27 dicembre 1896 e si arriva al 2015. Molti gli omicidi di bambini e ragazzi innocenti avvenuti nel 1990, "una vera carneficina nell´anno in cui l´Italia ha ospitato i Mondiali", ha ricordato Palermo. L´ultimo affresco è dedicato alla storia del bimbo del poliziotto siciliano Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, trucidato insieme ai genitori mentre era ancora nel grembo della madre, incinta di 5 mesi. "Il libro dimostra che non esiste una regola d´onore per le mafie, non hanno alcuna umanità - ha detto Daniela Marcone, dell´ufficio di presidenza di Libera - questi giovani e giovanissimi sono stati uccisi da chi riteneva che quella fosse la sua legge, non esiste per loro la regola del rispetto".
Florindo Rubettino, l´editore, ha sottolineato come "non fosse facile scrivere questo libro, che è innanzitutto l´opera di un cronista che racconta le storie della strada". "Guai a banalizzare a normalizzare la mafia - ha detto il deputato Pd Davide Mattiello - è ciò che i mafiosi vogliono. L´unico mafioso con uno scarto di comportamento è colui che collabora con lo Stato, che dica quel che fa e consegna quel che ha, cosa che nè Riina padre nè il figlio hanno mai fatto".
"Mi sono reso conto che c´era un vuoto rispetto al racconto di molte storie - ha spiegato l´autore - è stato un lavoro difficile dal punto di vista psicologico ma spero di aver reso un servizio, di aver dato la possibilità di conoscere tante vite". Il libro, che ha una prefazione di don Luigi Ciotti, è frutto di un lavoro di un anno e mezzo in cui Palermo ha spulciato giornali e archivi storici. Si parte dall´uccisione di Emanuela Sansone, uccisa il 27 dicembre 1896 e si arriva al 2015. Molti gli omicidi di bambini e ragazzi innocenti avvenuti nel 1990, "una vera carneficina nell´anno in cui l´Italia ha ospitato i Mondiali", ha ricordato Palermo. L´ultimo affresco è dedicato alla storia del bimbo del poliziotto siciliano Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, trucidato insieme ai genitori mentre era ancora nel grembo della madre, incinta di 5 mesi. "Il libro dimostra che non esiste una regola d´onore per le mafie, non hanno alcuna umanità - ha detto Daniela Marcone, dell´ufficio di presidenza di Libera - questi giovani e giovanissimi sono stati uccisi da chi riteneva che quella fosse la sua legge, non esiste per loro la regola del rispetto".
Florindo Rubettino, l´editore, ha sottolineato come "non fosse facile scrivere questo libro, che è innanzitutto l´opera di un cronista che racconta le storie della strada". "Guai a banalizzare a normalizzare la mafia - ha detto il deputato Pd Davide Mattiello - è ciò che i mafiosi vogliono. L´unico mafioso con uno scarto di comportamento è colui che collabora con lo Stato, che dica quel che fa e consegna quel che ha, cosa che nè Riina padre nè il figlio hanno mai fatto".