A ridosso della scadenza del governo Draghi, ieri 28 settembre 2022 il Cdm ha approvato in via definitiva e all'unanimità i decreti legislativi sulla riforma della giustizia civile, penale e l'ufficio del processo, completando così il processo di riforma della Giustizia.
Si tratta di una riforma fortemente voluta dalla Guardasigilli Marta Cartabia, che ritiene che tali riforme agiranno in profondità restituendo nel tempo una giustizia più vicina ai bisogni dei cittadini.
In particolare i provvedimenti riguardano per il processo civile, il decreto legislativo che attua la legge 26 novembre 2021, n. 206, recante delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di ADR risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata.
Relativamente al processo penale, invece, il Dlgs attua la legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari.
Infine, il decreto legislativo sull'ufficio per il processo in attuazione della legge 26 novembre 2021, n. 206 e della legge 27 settembre 2021, n. 134.
Per il Consiglio nazionale forense, il rischio è per il processo civile, un rallentamento dei tempi del processo oltre ad una compressione del diritto di difesa.
Afferma la presidente del CNF Maria Masi: «Gli esiti e i contenuti dei decreti legislativi di attuazione della riforma del processo civile sono addirittura peggiorativi rispetto agli esiti, non pienamente soddisfacenti della commissione di studio e dei gruppi di lavoro».
Sui decreti attuativi del processo penale, il Consiglio nazionale forense valuta positivamente il superamento della visione "carcerocentrica" della pena attraverso il nuovo sistema della giustizia riparativa, ma reputa necessario che alla formazione dei mediatori penali contribuisca anche l'avvocatura oltre alle università.
Inevitabilmente negativo, infine, il giudizio sulla estensione del processo a distanza, in quanto la norma non solo lascia aperti molti spazi interpretativi, ma trasforma indicazioni normative determinate dall'emergenza sanitaria, in regole generali.
Infine afferma sempre la presidente Masi «L'avvocatura oggi è ben consapevole che il suo ruolo e la sua funzione non possono e non devono esaurirsi nella giurisdizione e nel processo, ma proprio nella giurisdizione e nel processo non intendono abdicare alla loro infungibile funzione. Per questo continueremo a rappresentare e a sostenere le ragioni del giusto processo in ogni sede e soprattutto nei confronti di chi nell'immediato futuro avrà la responsabilità di guidare il Paese».