Più volte in queste settimane di isolamento, dettate dalla pandemia Covid-19, ho sollevato la drammatica situazione esistenziale di donne vittime di violenza. Più volte ho raccontato delle enormi difficoltà generate dall'obbligo di risiedere, senza alcuna possibilità di spostamenti, tra le mura domestiche, troppo spesso teatro di violenze fisiche e psicologiche. Motivo per cui molte associazioni e centri antiviolenza, come la Casa Internazionale delle donne, hanno manifestato attraverso i social la propria vicinanza lanciando il motto #non sei sola e invitando le donne vittime di violenza a chiamare il 1522 per ricevere il supporto necessario. Lo stesso impegno si è registrato a livello locale, dove le associazioni continuano ad operare h24 con sportelli ascolto telefonici sempre attivi perchè, purtroppo, la violenza non va in quarantena. L'Italia si è bloccata ma gli uomini violenti no; continuano ad esserlo e tante donne rischiano, ancor più di qualche mese fa, di non riuscire a superare questo periodo. Da più parti è stato evidenziato che l'emergenza Corona virus abbia messo in luce situazioni di fragilità, creando un'emergenza nell'emergenza, ovvero le donne vittime di violenza. E' di questi giorni l'allarme lanciato dall'Oprs (Ordine Psicologi Regione Sicilia) che, in un comunicato stampa, evidenzia la necessità di porre un accento maggiore sull'emergenza "violenza sulle donne". L'appello segue ai recenti fatti di Messina, alla cronaca di un episodio di violenza mortale che ha riacceso i riflettori su l'urgente necessità di sostenere le donne che vivono condizioni di grave difficoltà relazionale. L'accanimento barbaro degli uomini contro le proprie compagne non può passare inosservato anche in tempo di Corona virus. "Il dramma del femminicidio avvenuto in provincia di Messina - si legge nel comunicato stampa dell'Oprs - che potrebbe essere scaturito anche dalla convivenza forzata in casa di questi giorni, pone l'accento sulla necessità di un'attenzione maggiore alle esigenze di supporto psicologico per chi, in famiglia, non vive una condizione di vita serena".
E' chiaro a tutti che per molte donne restare a casa non è rassicurante. Per molte restare a casa è condividere gli spazi comuni con il proprio maltrattante. Pertanto, restare a casa, significa accrescere la possibilità di subire violenze di diverso genere. Il presidente dell'Ordine dei Psicologi della regione Sicilia, Gaetana D'Agostino, nella nota diffusa alla stampa fa sapere: "mai come in questo momento è necessario rompere il muro di silenzio, non girare lo sguardo rispetto ad un'emergenza che richiama le istituzioni e scuote l'indifferenza di ciascuno, puntando l'attenzione sulla centralità dell'intervento psicologico, nella direzione della massima protezione e tutela delle donne coinvolte nelle intollerabili dinamiche della violenza domestica".
A tal proposito, l'Oprs e le associazioni impegnate nel sociale a difesa delle donne non si stancano di ricordare che il 1522, ovvero il numero nazionale antiviolenza e stalking, è attivo 24 ore su 24 ed è gratuito. Inoltre è stata istituita l'App 1522 scaricabile sullo smartphone per permettere alle donne vittime di violenza di mettersi in contatto con il personale specializzato. Ricordo che in tutti i centri cittadini del nostro Paese sono attivi gli sportelli ascolto telefonici delle associazioni presenti sul territorio. Una telefonata può salvare la vita di una donna.