Di Maria DiBenedetto su Domenica, 20 Gennaio 2019
Categoria: Scuola e Istruzione

Tutti con il grembiule a scuola! L'ossessione di Salvini per le divise

 "Almeno alle scuole elementari rimettere il grembiule farebbe bene ai
bambini ed eviterebbe simboli di diversità". Il tema è tornato ora
d'attualità perché il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha
rilanciato l'idea dell'uso delle divise scolastiche che, in Italia, scomparve
quasi ovunque e quasi di colpo dopo la fine della seconda guerra mondiale: le
divise da Balilla, Avanguardista, Figlio della Lupa e Piccola Italiana
vennero totalmente accantonate con il piacere - o la nostalgia - di
quanti le avevano indossate. Sulla passione per le uniformi del vice
presidente del Consiglio sarebbe fin troppo facile ironizzare: basta
chiudere gli occhi per immaginarlo con grembiule e fiocco d'ordinanza
impazzare sui social. Questa volta, a parte l'evidente "invasione di
campo" di Salvini, non si tratta di un'idea nuova. Per il leader
leghista le divise sono un "segno di riconoscimento per chi ogni giorno
sacrifica la propria vita per gli italiani". E stesso discorso per il
ministro dell'Interno sembra valere per il grembiule: "Rimetterlo
sarebbe un'occasione di parità". Un sistema che permetterebbe di non
fare più differenza tra chi ha "felpe da 400 euro" e chi indossa
"golfini da 20 euro". 

 Sul tema si era già espresso a novembre anche il
ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, spiegando di ritenere
condivisibile l'iniziativa degli istituti che decidono di far indossare
l'uniforme per regolamento interno. Il punto è proprio quello citato dal
ministro Bussetti: l'autonomia delle scuole. Non esistono, attualmente,
regole che impongono l'utilizzo del grembiule nelle scuole. Ogni singolo
istituto scolastico può decidere se adottare una divisa uguale per tutti
i bambini o i ragazzi che lo frequentano. Ad oggi è consigliato l'uso
del grembiule soprattutto nelle scuole materne, principalmente per una
questione di igiene: i bambini tendono a sporcarsi più facilmente
giocando con matite e pennarelli o altro ancora. Nelle scuole elementari
non mancano gli istituti che chiedono l'utilizzo della divisa.
Solitamente è rosa o bianca per le bambine e blu o azzurra per i
bambini. La normativa sull'autonomia dei singoli istituti farebbe
propendere per l'attribuzione di questa competenza decisionale agli
organi collegiali della scuola, in particolare ai Consigli di istituto.
In tale prospettiva ciascuna scuola deciderebbe per sé, un po' come
succede negli USA, dove l'abbigliamento degli studenti (anche delle
superiori) è percepito positivamente e viene stabilito dalle autorità
scolastiche. Ci sono anche Paesi, come il Giappone, dove tutti i bambini
delle scuole elementari e medie, e anche molti delle secondarie
superiori, indossano per tradizione divise identiche: in genere nere con
contrassegni della scuola per gli studenti, blu per le studentesse,
gialle per le bambine della scuola elementare. Un modello fortemente
identitario, che lascia trasparire orgoglio e senso di appartenenza,
difficilmente replicabile in un Paese che non valorizza adeguatamente il
ruolo della cultura e – di conseguenza - dell'insegnamento, lasciando la
scuola in balìa dei rigurgiti nostalgici.

 Ma il corpo docenti è avanti, previene e risolve. Il ministro
dell'Interno evidentemente ignora l'esistenza della norma inserita
all'Articolo 45 c. 2b del nuovo regolamento di contabilità delle
istituzioni scolastiche DI 129/2018, che prevede si possano stipulare
contratti di sponsorizzazione, lo stesso che ha consentito all'Istituto
Comprensivo Portella della Ginestra di Vittoria (Rg) in cui mi onoro di
operare, di adottare una soluzione democratica e fashion: suggerito dal
collegio docenti e deliberato dal consiglio di istituto, ecco il
progetto "Tutti uguali", ma con classe e, soprattutto, con un occhio di
riguardo per le tasche delle famiglie. Una divisa alternativa che
include felpe blu per l'inverno e polo dello stesso colore per l'estate,
ovviamente con il logo della scuola e dello sponsor, come nella migliore
tradizione anglosassone.
Ma adesso tutti in fila per due, in cortile è l'ora delle lezioni.