Di Paola Mastrantonio su Lunedì, 27 Marzo 2023
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Specializzazioni forensi: pronte le linee guida.

 Ad un anno dall'istituzione della commissione Ministeriale sulla specializzazione forense (commissione alla quale il 21 marzo del 2022 è stato affidato il compito di elaborare le linee generali per la definizione dei programmi dei corsi di formazione specialistica per avvocati) , il Ministro Nordio, nel corso dell'evento organizzato da Milano Finanza dal titolo "Il futuro detta legge, l'evoluzione della professione legale", in programma dal 20 al 22 marzo, ha annunciato che la commissione ha appena terminato i lavori.

A breve verranno perciò pubblicate le linee guida sulle specializzazioni e sull'evoluzione della professione, mediante le quali verranno definiti i programmi dei corsi di formazione specialistica degli avvocati. 

L'elaborazione delle linee guida rappresenta un passaggio importante per la ripresa e la definizione dell'iter che, ai sensi dell'art. 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, prevede l'attivazione, in collaborazione tra avvocatura e università, di percorsi formativi per il conseguimento del titolo di avvocato specialista nei diversi rami del diritto.

In Italia, il Regolamento recante disposizioni per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista, a norma dell'articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, è stato introdotto con il D.M. n. 144 del 12 agosto 2015. 

Nella sua versione originale, il D.M. individuava i tre profili di specializzazione sulla falsariga delle tre principali branche del diritto: diritto amministrativo, diritto penale e diritto civile.

Per il conseguimento del titolo di specialista, era prevista la partecipazione a un corso di formazione riconosciuto dal Cnf negli ultimi cinque anni o la maturazione di esperienza professionale valutata da un colloquio individuale con rappresentanti ministeriali e della categoria.

Nella sua prima versione, il decreto non riceveva il plauso della giurisprudenza, che ravvisava la necessità di una suddivisione per materie meno generica. 

Il Consiglio Nazionale Forense provvedeva perciò a modificare il testo originario, che nella sua attuale versione consente a ciascun avvocato di conseguire il titolo di specialista in numerose materie: diritto civile, penale, amministrativo, del lavoro, tributario, internazionale, dell'Unione europea, dei trasporti, della concorrenza, dell'informazione, della persona e della tutela dei diritti umani.

Secondo il ministro Nordio, la specializzazione è "la parola chiave, su cui bisognerà fondare il futuro della categoria. Penso a mio papà – ha detto – che nel 1902 che era un buon avvocato di provincia. A quei tempi l'avvocato era una sorta di tuttologo, ma oggi questo non esiste più".

Le specializzazioni sono dunque secondo il Guardasigilli la chiave per rilanciare la professione forense e proprio per tale motivo è stata formata la commissione ministeriale ad hoc che si è insediata l'anno scorso e che, a quanto pare, tra un po' pubblicherà il risultato del suo lungo anno di lavoro.  

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