Sinisa, un condottiero, un campione, nello sport e nella vita. Nel 1990 ha 23 anni. Lascia la Stella Rossa per la Roma, poi Samp, Lazio e Inter. È una forza della natura, un esempio di correttezza. Campione d'Italia, d'Europa e del Mondo nei tornei per club. Sposa Arianna, fanno 5 figli: Viktorija, Virginia, Miroslav, Dushan e Nicholas. Sinisa se ne frega di bolidi e discoteche. Vive per il calcio e la famiglia. Quando appende le scarpette al chiodo ha un sogno, allenare. Ci riesce, è il mister del Bologna.
Il destino è dietro l'angolo. Il 13 luglio 2019 annuncia che ha la leucemia. "Questa è la mia partita, la partita della vita, la combatterò con la mia squadra" e combatte. Sa che tanti ammalati lo guardano, e sperano. Tiene tutti informati. Si sottopone ad un trapianto di midollo. Si presenta alla stampa insieme ai medici. Dice cose profonde, bellissime: "Sono un fratello e un figlio. Mia moglie è stata ogni giorno con me, sono un fortunato, i miei figli sono la mia vita". Dicembre, quasi Natale. Si gioca Bologna Milan. Il fischio dell'arbitro, Mihajlovic va verso la propria panchina. Sta malissimo, ma non abbandona la squadra, il Dall'ara esplode e grida Sinisa. Gli occhi di tutti sono per lui. Sinisa Mihajlovic è cittadino onorario di Bologna, il consiglio comunale gli conferisce la cittadinanza all'unanimità. Sinisa si è dimostrato, è scritto nella delibera, non solo un allenatore sportivo ma soprattutto un allenatore di vita.
Sinisa si cura, sembra che abbia vinto quel male, ma il 24 marzo 2022 le due parole gelano tutto: "La malattia è tornata. Ho bisogno di nuove cure, mi devo fermare". "Dalle ultime analisi" continua, "sono emersi campanelli di allarme e potrebbe presentarsi il rischio di una ricomparsa della malattia. Per evitare che accada mi è stato consigliato di intraprendere un percorso terapeutico che possa eliminare sul nascere questa ipotesi negativa. Questa volta non entrerò in tackle come due anni e mezzo su un avversario lanciato, ma giocherò di anticipo per non farlo partire. Si vede che questa malattia è molto coraggiosa per avere ancora voglia di tornare ad affrontare uno come me…"
Disse un giorno uno dei più grandi, Diego Armando Maradona, che i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli. Sinisa, tu hai un cuore grande, sei un campione. Tu non sbaglierai, tu farai centro. Io e tutti noi siamo con Te.