La tematica dell'inclusione scolastica è sicuramente molto sentita, ecco perché è destinata a destare molto clamore la sentenza del Tar dell'Abruzzo che ha accolto il ricorso dei genitori di un bambino con autismo di sei anni, residente nell'hinterland pescarese.
Difatti, tale sentenza ha stabilito che il bambino trascorrerà un altro anno alla scuola dell'infanzia rinviando il suo ingresso alla scuola primaria.
Il provvedimento si allinea con le valutazioni del Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione (G.L.O.) e del certificato medico emesso dal direttore di psichiatria del reparto di neuropsichiatria infantile di Pescara.
Le motivazioni alla base della decisione del Tar risiedono nella constatazione che il bambino non aveva ancora raggiunto gli obiettivi programmati.
Secondo questa tesi, quindi, il trascorrere di un altro anno alla scuola dell'infanzia consentirebbe il raggiungimento, grazie al maggior lasso di tempo, di sviluppare le competenze e le abilità fondamentali per affrontare con successo la scuola primaria.
Quindi una decisione a favore del minore per consentirgli una maggiore preparazione.
Il caso sottolinea l'applicazione del decreto legislativo 297 del 1994, che consente agli studenti con esigenze specifiche di salute di rimanere nella scuola dell'infanzia oltre il limite di età stabilito, fino all'acquisizione dei prerequisiti necessari per l'ingresso nella scuola primaria.
La sentenza del Tar stabilisce un precedente per situazioni analoghe, sottolineando l'importanza di valutare ogni caso individualmente e di agire sempre nell'interesse superiore dello studente.
Da questo punto di vista si tratta quindi certamente di un passo avanti a favore della tutela del minore e delle sue esigenze specifiche.