La card del docente consiste in un contributo economico da spendere per l'aggiornamento professionale che nasce da un'iniziativa del Ministero dell'Istruzione, introdotto dall'articolo 1, comma 121, della Legge 13 luglio 2015, n.107 la cosiddetta "buona scuola".
Tale agevolazione è stata confermata dalla legge di bilancio del 2021 e rifinanziata nel 2022.
Il diritto all'aggiornamento professionale spetta indistintamente a tutto il personale sia di ruolo che a tempo determinato il quale non ha mai visto riconosciuto il diritto all'aggiornamento professionale che il bonus scuola di euro 500,00 aiuta ad effettuare.
In applicazione del principio di non discriminazione la Carta del docente non può che spettare anche ai lavoratori assunti a tempo determinato, trattandosi di lavoratori "comparabili" con i docenti di ruolo, svolgendo gli uni e gli altri la medesima "funzione docente", senza distinzioni, né per natura, né per caratteristica, delle mansioni espletate.
Il Consiglio di Stato con sentenza del 16 marzo 2022 n. 1842 ha stabilito il diritto dei docenti precari alla Carta del docente, difatti, il collegio ha annullato gli "atti impugnati nella parte in cui non contemplano i docenti non di ruolo tra i destinatari della Carta del docente".
Gli insegnanti precari che hanno continuativamente sottoscritto contratti di lavoro a tempo determinato di durata annuale, poiché anche ad essi sono richiesti gli stessi diritti ed obblighi formativi del personale di ruolo e svolgono gli stessi compiti di questi ultimi, hanno diritto alla percezione del beneficio economico di € 500,00 previsto dalla legge sulla "buona scuola" n. 107/2015.
Tra i primi giudici ordinari intervenuti, il Tribunale di Marsala con la sentenza n. 803/2022 del 07/09/2022, che in accoglimento delle domande e delle tesi di parte ricorrente ha riconosciuto anche a due docenti precari il diritto di percepire l'importo stabilito ogni anno con la carta docente riservata solo ai docenti di ruolo.
Ebbene il Tribunale di Marsala, richiamando i principi di cui alla sentenza n. 1842/2022 del Consiglio di Stato, afferma che la superiore disparità di trattamento non sembra in alcun modo giustificata, e che comunque, i dubbi di costituzionalità possono essere superati attraverso un'interpretazione adeguatrice delle disposizioni istitutive della Carta docente.
La formazione costituisce un diritto e dovere del personale docente ed il Ministero è tenuto a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscono la formazione.