Sembra appalesarsi un'ultima possibilità per i ritardatari della rottamazione-ter.
Per chi "non" ha infatti pagato la prima o unica rata del 31 luglio scorso c'è la possibilità di rimettersi in bonis versando l'importo entro il 30 novembre prossimo, anche se la scadenza slitterà al 2 dicembre in quanto cade di sabato.
Anche se l'intenzione dichiarata dal nuovo governo giallo-rosso è quella di archiviare la stagione dei condoni, le prime bozze del decreto fiscale tentano quantomeno di salvaguardare il gettito di una dei tasselli della pace fiscale varata con il governo M5S-Lega. Praticamente si parifica la scadenza di versamento tra, chi ha aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile e chi, invece, ha presentato l'istanza approfittando della finestra riaperta dal decreto crescita fino al 31 luglio scorso. Questi ultimi, infatti, erano già chiamati a pagare la prima o unica rata del piano di rottamazione entro il 30 novembre. Scadenza oltretutto entro la quale va versata anche la prima o unica rata del saldo e stralcio. Ora si punta a parificare il termine anche per chi avrebbe dovuto già saldare il l'unica o la prima rata entro il 31 luglio scorso.
Da tale provvedimento il governo stima un gettito aggiuntivo, dal 2019 al 2023, in grado di sostenere i conti della manovra per l'anno 2020 e dei previsionali fino al 2023. Tanto per citare solo l'anno in corso e il prossimo, secondo le prime stime dei tecnici, si attendono rispettivamente 46 milioni di euro - di cui 23 per l'Erario - e 52 milioni di euro di cui la metà è relativa a entrate erariali. Un contributo ulteriore quindi per consolidare i risultati attesi da agenzia delle Entrate-Riscossione, che per il 2019 punta a raggiungere complessivamente tra riscossione ordinaria e straordinaria - voce che comprende gli incassi da pace fiscale - 9,1 miliardi di euro.
Il Presidente di Agenzia-Riscossione, nonché direttore dell'Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, in audizione presso la commissione Finanze della Camera, sostiene che trattasi di un'attesa di gettito assolutamente in linea con le reali possibilità di incasso. Finora sono stati incassati in tutto 6 miliardi: 4,3 da riscossione ordinaria e 1,7 da quella straordinaria, che significa sostanzialmente incassi da rottamazione. In realtà, però, la rottamazione ha finito con l'avere un effetto "asciugante" sulla riscossione ordinaria. Anche se proprio l'ultima edizione ha raccolto 1,7 milioni di domande tra quelle presentate entro il 30 aprile e quelle pervenute con la finestra che si è chiusa appunto il 31 luglio. Proprio al 31 luglio la percentuale dei pagamenti è risultata pari al 54,5% delle domande: un dato che sta inducendo, appunto, a pensare di dare una seconda possibilità a chi non ha versato entro i termini.
Nella pace fiscale del precedente Governo c'era anche un altro provvedimento che ha inciso su Agenzia delle Entrate-Riscossione. Si tratta dello stralcio automatico delle mini-cartelle fino a mille euro dal 2000 al 2010. Un condono ritornato alla luce della cronaca tributaria negli ultimi giorni per una sentenza della Commissione tributaria regionale delle Marche che ha ricompreso nel perimetro anche le cartelle relative ai bolli auto non pagati nel periodo interessato. Lo stralcio delle mini-cartelle ha interessato una montagna di 31,2 miliardi di debiti che quindi non saranno più riscossi perché definitivamente condonati.
Resta, però, un'altra montagna di crediti non ancora riscossi e accumulatisi dal 2000 in poi. Per l'esattezza si tratta di 1.339 miliardi di euro, in base al dato aggiornato fornito da Maggiore in audizione. Una somma impressionante che però potrà generare solamente 78,5 miliardi di incassi: poco meno del 6 per cento. Anche per questo il Governo sta pensando di inserire nel decreto fiscale la norma che consente di ridurre in automatico i rimborsi da 730 e Redditi per chi ha un debito iscritto a ruolo, ma su questo ci riaggiorniamo ai prossimi approfondimenti.
Insomma la mission del nuovo governo pare oramai tracciata: recupero dell'evasione e incasso del recuperato, fagocitando ogni residua tutela del contribuente, sacrificata sull'altare del - Fisco -.
Meditate contribuenti, meditate.