E' nato a Niscemi nel 1933, in terra di Sicilia. Qui, tranne qualche breve viaggio, continua a vivere.
Ha pubblicato diversi libri: ITALIA racconta… è stato edito nel 1961; ROTAZIONI poesie, edite nel 1965;
PAROLE AL TATTO, poesie edite nel 1977.
Altri testi, dicono i bene informati, sono stati pubblicati e di cui non abbiamo notizia. Invitiamo i nostri lettori attenti a segnalarci eventuali pubblicazioni di cui si sono perse le tracce.
Gian Vincenzo Pisa, Notaio in Niscemi, oltre alla stipula degli atti notarili, si è dedicato all'esercizio della composizione, della scrittura. Dote innata di cui non ha saputo fare a meno. Continua a scrivere tutt'ora. Ci auguriamo che i testi inediti vengano raccolti ed editati. Prima che il fuoco li divori. Ipotesi che ci appare del tutto fondata. Sarebbe una immane perdita, di cui non vorremmo venire a conoscenza.
Dolore della condizione umana, sociale, in cui versano gli zolfatari nella fogna gialla o i raccoglitori di spighe ai margini del feudo. Il paesaggio isolano fa da sfondo a tutte le storie narrate in questo libro. Un teatro all'aperto diremmo. Dove tutto si svolge senza filtri o censure. L'uomo è al centro dell'azione sia che giri attorno all'orbita terrestre, sia che con la piroga si muove lungo un fiume dell'Africa.
In numerosissimi testi vi è la invocazione di un dio che non vede, ed a cui chiede, quasi implorandolo, a manifestarsi. Il dolore sofferto a cui tenta di sottrarsi cercando una via di liberazione. Non tanto dal dolore personale, ma dal dolore che schiaccia ogni essere vivente.
Il nucleo centrale della raccolta è racchiuso nella poesia MIA MADRE
Mia madre è morta di sera.
Il cuore si fermò in un baleno;
l'ultimo battito fu la sua parola "addio!".
(.........)
Mio padre era in campagna, solo,
come un lupo mannaro,
lui che nella vita non l'aveva amata,
assieme ai cani che ululavano,
nella valle del Pozzo…
Pochissimi poeti hanno scritto dei versi così veri e autentici nei riguardi della propria madre.
Un testo molto forte e allo stesso tempo realistico che non ci capiterà più di leggere.
E' un atto di coraggio, un atto eroico senza scadere nel sentimentalismo o nella retorica di cui è piena la nostra poesia novecentesca.
Intesse quasi un colloquio per colmare il silenzio dell'assenza, non tanto come chiusura in se stesso ma come l'esternazione di un affetto che sarà eterno, che travalicherà la solitudine del tempo. Ancora incredulo se sia un brutto sogno oppure si muova nella realtà.Ed è nella luce solare dei versi che trova con parole nuove il linguaggio del rinnovamento e della ritrovata devozione all'amore materno.
Su tutt'altro registro linguistico si muovono le cadenze gioiose rare in questo sofferto libro: GIOIE
…una bava di vento che si posa
fresca sulle labbra riarse…
…un'ala di luce che invade in un attimo
l'universo intero…
Ci ricordano che la nostra esistenza è un battere d'ali sincronizzato con l'ampio respiro dell'universo.