Di Elsa Sapienza su Lunedì, 26 Settembre 2022
Categoria: Eventi dai Fori

Rapporto Adepp e divario nord – sud.

 Il rapporto Adepp pubblicato, ha evidenziato nell'anno 2022 il divario territoriale esistente tra nord e sud Italia, relativamente ai redditi dei professionisti, il cosiddetto geogap.

Per fare un esempio, il guadagno di un avvocato di Milano è in media 3,65 volte più alto di un collega di Catanzaro. Ancora più elevata è la distanza tra commercialisti e ragionieri: a Bolzano un consulente fiscale può contare su un reddito 4,2 volte superiore rispetto al suo collega di Reggio Calabria.

Si legge nel report che i professionisti del sud Italia, dichiarano un reddito del 48 per cento inferiore ai colleghi del nord Italia, mentre i professionisti del centro Italia dichiarano il 21 per cento in meno.

Nel report si legge, ancora, che si va dagli oltre 27mila euro dei consulenti fiscali della Calabria per arrivare ai 117mila euro del Trentino.

Ma quali sono le ragioni di queste differenze così marcate?

Una delle cause potrebbe essere numerica.

Secondo il censimento della Cassa forense, in Calabria ci sono 6,9 avvocati ogni mille abitanti: il doppio della Lombardia e lo stesso vale per i commercialisti, uno ogni 716 abitanti in Trentino Alto Adige, contro i 421 della Calabria.

Ed ancora secondo i dati, uno su due tra gli avvocati che hanno visto diminuire la clientela e peggiorare i guadagni e gli affari nel 2020 e cioè l'anno della pandemia è di sesso femminile e lavora al sud.

La regione Calabria è ultima per quanto riguarda i guadagni dei liberi professionisti nel 2021.

Facendo riferimento all'anno della pandemia, il reddito medio complessivo dei professionisti come riportato anche dal Sole 24 Ore, ha superato di poco i 36mila euro.

Ma le cause certamente sono diverse ed una di queste è la concentrazione di professionisti in un contesto regionale più o meno popolato a residenti e aziende.

Ed ancora si pesi al numero eccessivo ad esempio di avvocati, da anni si continua a ripetere che gli oltre 241 mila legali rappresentano un numero superiore di molto rispetto al fabbisogno.

Un altro dato evidenziato dal report, l'aumento degli investimenti nell'innovazione, a causa delle limitazioni della pandemia per il lockdown.

Pertanto, avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro nel 2021 hanno investito complessivamente 1,76 miliardi di euro in tecnologie digitali, con un aumento del 3,8% rispetto all'anno precedente.

Ed anche per il 2022 si prevedono investimenti in tecnologia sui livelli del 2021 (+0,2%).

Infine, è di interesse anche il grado di fiducia registrato che rivela che gli avvocati sono i più pessimisti con il 69%, seguiti dai commercialisti al 58% e dai consulenti del lavoro al 51%.