Magistrale. Non ci sono altri termini per definire questo scritto di Giuseppe Caravita, a proposito di una categoria, purtroppo sempre più numerosa, di colleghi, dalla quale è bene stare lontani.
"Solo per dire che a me i primi della classe, i perfettini, gli eleganti, quelli che sanno tutto, quelli che ricordano a se stessi, quelli proni al potere ma che fanno finta di avere la schiena dritta, quelli sempre profumati, quelli con la riga, quelle con i capelli cotonati, quelli che ti dicono Caro Collega fuori dell´aula e dentro l´aula di fronte al giudice aprono bocca e tirano fuori rospi, i furbi, gli ispettori, i caporali, quelli che hanno il sorriso stampato sulla faccia e il cuore coperto di peli, ecco, tutti questi a me - che sono il Museo Ambulante degli Errori e delle Cazzate - mi generano un unico sentimento: lontananza.
Siamo su due pianeti diversi. Ma questo essere loro perfettini, con il cellophane sul cuore, mentre io sono sempre in affanno e con il cuore in tumulto, non mi impedisce di essere tremendamente avvocato.
Non mollate, non lasciate perdere. Contate fino a dieci, segnate su un taccuino, e ogni tanto fate il ripasso. Fa bene, fare il ripasso, serve a non perdere memoria di chi e cosa e come.
Buona fine di domenica, fratellini e sorelline. Siamo tutti in cammino verso le stelle, e da lì un giorno faremo un sacco di pernacchie a chi campa di dress code e di ipocrisia.
Vostro, infitamente vostro"
Giuseppe Caravita di Toritto