Di Piero Gurrieri su Domenica, 09 Dicembre 2018
Categoria: Attualità

Italia, eterno paese "del giorno dopo", di scuole fatiscenti, di discoteche incontrollate, di lacrime di coccodrillo.

 L'Italia è uno strano paese.

È il paese del giorno dopo o delle lacrime da coccodrillo. Il paese in cui la prevenzione semplicemente non esiste, e i controlli neppure.  Ma anche il paese nel quale, quando poi tutto questo conduce a conseguenze nefaste o addirittura tragiche, come nell'ultimo caso, la discoteca di Corinaldo, le classi politiche, e non solo, cominciano a stracciarsi le vesti, a puntare sempre contro gli altri il dito accusatore e a promettere che, dal giorno dopo, tutto cambierà. 

È il solito refrain, siamo ormai abituati, per nostra sfortuna.

Ora, però, siamo di fronte ad una tragedia immane, non solo perché ha colpito tanti adolescenti, che avrebbero potuto essere i nostri figli e la cui tutela è il primo dovere di una qualsiasi comunità, ed una mamma appena quarantenne, che di figli ne ha lasciati quattro, ma anche perché essa non è accaduta a causa di un evento imprevedibile,  o per meglio dire incontrollabile almeno in parte, quale un sisma o un altro disastro naturale,  ma a causa della probabile violazione di regole e discipline a tutela della pubblica incolumità, entro un luogo (una discoteca) che, proprio in quanto destinato ad accogliere quasi 1000 adolescenti per serata, avrebbe dovuto essere protetto come una scuola, forse anche più di una scuola, ed invece è risultato talmente insicuro da scuotere l'opinione pubblica di un intero paese.

Le indagini faranno, naturalmente, il loro corso, e in molti dovranno difendersi,  ed è giusto che così sia. Da quanto trapela, ci sono però, fin d'ora, alcune certezze. 

Il numero dei biglietti venduti era di gran lunga superiore alla capienza della discoteca, cioè a quel limite che, per ragioni di sicurezza, non poteva essere superato. Lo ha dichiarato, pari pari, il ministro per l'interno Matteo Salvini, e quindi è un elemento che possiamo dare per certo. Inoltre, all'interno della discoteca è stato diffuso spray urticante, ed anche questa è una certezza, e pochi minuti fa sarebbe stato anche individuato il minore che sarebbe stato il protagonista di questa diffusione. Ma ancora, sembra che (qui usiamo il condizionale, in quanto esistono testimonianze controverse)  alcune porte di sicurezza della discoteca fossero chiuse, cosa che avrebbe impedito, nel momento della grande paura, di poter defluire da più parti, così riducendo consistentemente quell'enorme flusso in un'unica direzione che ha concorso all'epilogo tragico. Mentre è una certezza l'esistenza di quel fossato, profondo circa un metro, e delimitato da una barriera troppo fragile, al punto tale da crollare dietro una pressione certo consistente ma non imprevedibile.

Se è così, al di là delle indagini e poi delle risultanze processuali e della eventuale punizione dei colpevoli, che non restituirà alle rispettive famiglie queste vite spezzate quasi sempre agli albori,  non possiamo limitarci al pianto. Dobbiamo invece chiederci, prima di tutto da genitori e da adulti, in che mani sono i nostri figli, e gli adolescenti, in generale, di questo paese.

Cominciamo dalle scuole. Due scuole su tre sono insicure, e non reggerebbero l'urto di un sisma. Ci sono autorità indipendenti, associazioni come Legambiente che hanno condotto analisi approfondite, i cui esiti sono stati anche riconosciuti dallo Stato. Tutti sanno che i sindaci e i dirigenti scolastici potrebbero chiudere da domani molte scuole, e se non lo fanno è perchè non esiste una alternativa a parte quella di tenere le lezioni per strada o nelle piazze. Ciò che li porta ad assumersi responsabilità, anche penali, che non hanno.  Possiamo cominciare a parlare seriamente di questo,  possiamo dire che, su questo punto, lo Stato è latitante?  Possiamo chiedere a politici e ministri se intendono o meno garantire l'incolumità dei nostri figli nel momento in cui essi frequentano le scuole pubbliche? Diteci se possiamo farlo oppure dobbiamo tacere.

Parliamo poi delle discoteche. Siamo genitori e stando appresso ai nostri figli, conosciamo la situazione molto meglio dei politici che stanno in parlamento, luogo, tra l'altro, ultra protetto.

Diciamolo chiaramente. Spesso attorno alle discoteche e luoghi consimili, girano quantità di denaro immense. Chi gestisce quei luoghi fa grandi affari e ben poco si cura del resto, con la compiacenza, molto spesso di chi dovrebbe rilasciare le autorizzazioni ed esercitare i controlli, ma non lo fa o non lo fa come sarebbe proprio dovere. 

Diciamolo chiaramente: nelle discoteche, in quasi tutte le discoteche, il numero dei biglietti venduti, soprattutto il sabato sera, supera il limite consentito, e nessuno controlla. In tutte, o quasi tutte, le discoteche nessuno controlla ciò che alcuni squilibrati, o delinquenti, portano dentro, e non solo spray urticanti ma anche sostanze stupefacenti e crack. Molte discoteche presentano, già all'impatto, scarse misure di sicurezza, per non parlare di inesistenti requisiti igienici. Spesso non ci sono presidi e strumenti di primo soccorso. Spesso agli ingressi ci sono persone intuitivamente poco raccomandabili che, per paradosso, dovrebbero garantire la sicurezza, e dai quali, invece, spesso bisogna guardarsi.

Certo, bisogna anche guardarsi da una  generalizzazione che non renderebbe giustizia alle esperienze virtuose, che pure ci sono. Ma se non avremo il coraggio di guardare in faccia il mostro e di chiamare le cose con il proprio nome, resteremo cittadini del paese del giorno dopo e delle lacrime da coccodrillo.

Quindi, quando sarà finito il momento della commozione e del pianto, pretendiamo che chi dirige questo paese assuma i comportamenti del caso.

Chiediamo che intenzioni abbia chi ci governa sulle scuole, se esse devono continuare a rappresentare un pericolo con il timbro della Repubblica italiana. Chiediamo un monitoraggio, una per una, di tutte le scuole e le discoteche presenti nel territorio italiano, e l'immediata chiusura di tutte quelle strutture che non ne presentano sufficienti standards di sicurezza. Chiediamo delle norme speciali per assicurare che il controllo di queste strutture agli ingressi sia demandato a personale incensurato e in possesso dei requisiti morali, e che non ci siano più, in nessun caso, pregiudicati o malavitosi. Chiediamo che all'interno di ciascuna amministrazione comunale ci sia un responsabile per i controlli di competenza dei comuni, che operi in sinergia con gli organi periferici dei ministeri competenti, tra cui quello dell'Interno, riguardo i profili della sicurezza. Insomma, meno parole e più azioni concrete. Meno promesse e più impegni.

Questo lo dobbiamo a quei poveri ragazzi e alle loro famiglie. Dobbiamo loro questo, prima di altro. Dobbiamo, soprattutto, tenere alta la guardia, cominciando a denunciare, in ogni paese, in ogni città italiana, ciò che non funziona, ciò che non tutela e che non garantisce sicurezza. Quindi, diciamo alle famiglie: se una scuola, un locale pubblico non garantisce tutto questo, scrivete alle autorità e al Procuratore della Repubblica, non esitate neppure per un attimo a difendere i diritti dei più piccoli e degli adolescenti. Per la memoria di questi ragazzi e perché, domani, non sia troppo tardi.

Avv. Piero Gurrieri