Di Rosalba Sblendorio su Lunedì, 27 Settembre 2021
Categoria: Il caso del giorno da 9/2019

Processo civile, azioni di rivendicazione: la probatio diabolica e il suo rigore

Inquadramento normativo: Art. 948 c.c.

La probatio diabolica nelle azioni di rivendicazione: Il proprietario può rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene e può proseguire l'esercizio dell'azione anche se costui, dopo la domanda, ha cessato, per fatto proprio, di possedere o detenere la cosa […] (art. 948 cc.). In questi casi, sull'attore incombe l'onere della cosiddetta "probatio diabolica" della legittima titolarità del suo diritto e di quello dei suoi danti causa.

La probatio diabolica e l'azione personale di restituzione: Se viene proposta un'azione diretta a ottenere la restituzione di un bene concesso dall'attore al convenuto, in forza di negozi giuridici quali il comodato, la locazione e il deposito che non presuppongono necessariamente nel tradens la qualità di proprietario, tale azione va distinta da quella di rivendicazione. E ciò in considerazione del fatto che, attraverso quest'ultima:

L'attenuazione del rigore della probatio diabolica: Il rigore di tale prova si attenua quando:

È dispensato dalla prova della titolarità del suo diritto, e quindi dalla probatio diabolica:

La probatio diabolica e l'azione dei accertamento della proprietà: Nell'azione di mero accertamento della proprietà o comproprietà di un bene, anche se diretta solo a eliminare uno stato di incertezza circa la legittimità del potere di fatto esercitato sullo stesso bene, l'attore è tenuto, al pari che per l'azione di rivendicazione, alla probatio diabolica della titolarità del proprio diritto, trattandosi di onere da assolvere ogni volta che sia proposta un'azione, inclusa quella di accertamento, che fonda la pretesa sul diritto di proprietà tutelato "erga omnes" […] (Cass. n. 1210/2017, richiamata da Cass., n. 23189/2020).