Nel corso dell'interrogazione svoltasi lo scorso 4 maggio presso la seconda commissione Giustizia del Senato, il Viceministro della Giustizia Sisto, ha preannunciato l'elaborazione di un disegno di legge volto a modificare la distribuzione degli uffici giudiziari disegnata dai decreti legislativi nn. 155 e 156 del 2012.
Promotore dell'interrogazione è stato il sen. Ernesto Rapani, il quale ha evidenziato in aula le criticità che sono scaturite dalla soppressione di ben 38 procure, 30 tribunali, 674 uffici di giudice di pace e di tutte le sezioni distaccate dei tribunali centrali, peraltro anche in zone ad alta densità criminale.
In effetti, l'accorpamento derivante dalla riduzione dei presidi giudiziari ha provocato non pochi disagi. Innanzitutto, ha sovraccaricato le strutture rimaste, che, di conseguenza, non risultano più adeguate (anche se molte non lo erano già da prima) e vanno ampliate e ristrutturate.
In secondo luogo, la carenza di aule, ha comportato un rallentamento della giustizia, con danno anche per gli utenti.
All'interrogazione rivoltagli, il Viceministro della Giustizia Sisto, ha risposto manifestando l'intenzione del governo di procedere al più presto ad una revisione della materia, con un disegno di legge che sarà prossimamente presentato e che è stato inserito anche nel Documento di economia e finanza come provvedimento collegato.
Ci si augura che il nuovo intervento sulla distribuzione degli uffici giudiziari non si limiti unicamente a riorganizzare la nuova geografia delle sedi dei tribunali, delle procure e degli uffici del giudice di pace, ma prenda atto altresì dell'avanzato stato di deterioramento in cui versano molte delle strutture destinate ad ospitare le udienze (spesso con locali addirittura insalubri e pericolosi) e programmi gli interventi necessari.
La necessità e l'urgenza di un intervento sull'edilizia giudiziaria è stata sottolineata anche dall'Organismo congressuale Forense, che che nei primi mesi di quest'anno, ha divulgato un elenco degli accadimenti collegati alla cattiva gestione delle strutture in cui si amministra la giustizia, relativi ai "soli" ultimi sei mesi del 2022.
L'elenco disegna uno scenario veramente preoccupante:
a Bergamo, un magistrato è svenuto durante l'udienza per il prolungato mancato funzionamento dell'aria condizionata.
A Grosseto, alcuni locali del Palazzo di Giustizia si sono allagati, facendo saltare l'impianto elettrico.
A Bari, per un crollo in aula Magna della Corte di Appello, è stato travolto un assistente giudiziario che ha perso la falange.
A Catania, in Tribunale è crollato un soffitto.
A Messina, si è completamente allagato l'esterno del Tribunale.
A Nocera Inferiore, è crollato un controsoffitto del Tribunale poco prima dell'inizio delle udienze.
A Castrovillari, la rottura dell'impianto di riscaldamento del Tribunale ha determinato la sospensione dell'attività giudiziaria per dieci giorni.
Infine, a Ragusa, sono crollati i controsoffitti presso il plesso di pertinenza del tribunale con conseguente temporanea chiusura dei relativi uffici giudiziari.
L'efficientamento degli edifici giudiziari è, dunque, una necessità a cui urge dare immediata soddisfazione, al fine di salvaguardare l'incolumità sia dei cittadini che si rivolgono alla giustizia che degli operatori del diritto.
Il momento, poi, sembra essere anche quello più propizio, dal momento che la riqualificazione del patrimonio immobiliare giudiziario rientra tra gli obbiettivi del PNRR.