In Italia esistono circa 30 ordini professionali cui sono iscritti più di due milioni di persone e da anni assistiamo ad un dibattito tra chi è a loro favore e ritiene che bisognerebbe rinforzarli e chi invece ritiene siano un freno al regime di libera concorrenza.
In ogni caso per lo svolgimento di alcune professioni è obbligatoria l'iscrizione all'ordine professionale.
Ma perché? Ed in cosa consistono gli ordini professionali?
Nascono in epoche abbastanza lontane, addirittura si fa riferimento al XII secolo quando si parlava di Corporazioni delle arti e dei mestieri. Con l'emanazione del Decreto legislativo Luogotenenziale 23 novembre 1944, n. 382 risalente all'epoca fascista nascono poi gli ordini professionali come oggi conosciuti.
Negli anni ci sono stati molteplici interventi per l'aggiornamento e/o la modifica di quanto previsto originariamente e soprattutto per uniformarci ai paesi europei.
L'iscrizione ad un ordine professionale comporta il possesso di determinati requisiti che vanno dal titolo di studio, al superamento di un esame di stato se previsto, al periodo di tirocinio. La mancata iscrizione comporta la violazione dell'articolo 348 c.p. ossia il reato di esercizio abusivo della professione.
Le ragioni della necessità di rispettare tale obbligo è legata al ruolo di controllo e di gestione sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia che avviene quando si esercitano determinate professioni come ad esempio quella dell'avvocato, trattandosi di una "professione regolamentata" e cioè di un'attività il cui esercizio è consentito, appunto, solo a seguito di iscrizione in apposito ordine professionale, a differenza di altre professioni non regolamentate riguardanti i professionisti senza albo.
In questi casi si applica la Legge n. 4 del 14/01/2013, con la quale si è dato attuazione al Trattato di Lisbona. Coloro che esercitano professioni non regolamentate hanno il diritto di costituire associazioni, senza però obbligo di iscrizione, al fine di rappresentare la categoria, difenderla e valorizzarla.
Per quanto concerne i compiti degli ordini professionali vi è innanzitutto quello di salvaguardare il cittadino dall' eventuale esercizio illegittimo.
In effetti, un laureato in giurisprudenza non può esercitare la professione di avvocato, magistrato, notaio, senza aver svolto un adeguato periodo di tirocinio, aver superato un esame di stato ed essere in possesso di una fedina penale immacolata.
Ulteriori compiti sono quelli di:
- Garantire la qualità della prestazione, ogni professionista ha l'obbligo di curare il continuo aggiornamento della propria competenza professionale, seguendo appositi corsi professionali e acquisendo crediti formativi;
- Il professionista è tenuto ad avere un'assicurazione per i danni derivanti al cliente dall'esercizio dell'attività professionale;
- Ogni ordine professionale ha un codice deontologico al quale è necessario attenersi onde evitare sanzioni, sospensioni o, in casi gravi, la radiazione dall'albo;
- Tutela della professione;
- Tenuta, gestione, aggiornamento e revisione degli Albi Professionali.