Di Piero Gurrieri su Venerdì, 22 Aprile 2022
Categoria: Diario di questi anni di Pietro Gurrieri

Novak: lo sport unisce, non può dividere

 Novak Djokovic è un mito. Ieri ha chiamato la stampa per dire che lui, la decisione di escludere da Wimbledon i tennisti russi e bielorussi, non la condivide.

 Sarò sempre il primo a condannare la guerra. Io sono un figlio della guerra e so cosa significa. Finisce per soffrire sempre la gente comune. Chiarito questo, non posso essere favorevole alla decisione presa su Wimbledon. Non è colpa degli atleti quello che sta accadendo. E quando la politica interferisce sport, in genere non finisce mai bene".

 Novak avrebbe potuto non dire nulla, e perfino rallegrarsi per l'assenza di un avversario temibile, invece no, ha parlato, e le sue parole sono condivisibili, perchè questa è la guerra di Putin, e non del popolo russo, perchè lo sport rimane sinonimo di pace, e perchè in momenti come questi non bisogna alzare i muri della esclusione e della discriminazione, ma costruire i ponti dell'incontro tra i popoli.

Potrei anche aggiungere che non ricordo esclusioni dall'altra parte e che non capisco che senso abbia impedire a un'atleta russo di giocare una partita di tennis mentre si continuano a mantenere ben saldi alcuni accordi economici con il Governo di quel paese, ma questo potete chiederlo a Draghi.