1460 voti per Antonio D'Amato e 1184 per Nino di Matteo. Sono proprio loro, il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere e il PM Antimafia di Palermo i due magistrati che sostituiranno, al Consiglio Superiore della Magistratura, i consiglieri dimessisi dopo le inchieste giudiziarie e le polemiche degli scorsi mesi. Antonio D'amato, pm a Palmi vent'anni fa con Agostino Cordova e poi con lui alla Procura della Repubblica di Napoli, fa capo alla corrente di Magistratura indipendente, mentre Nino Di Matteo si riconosce, pur essendo un magistrato dotato di notevolissima autonomia, nelle posizioni di Piercamillo Davigo. I due hanno fatto il vuoto dietro di loro, staccando di centinaia e centinaia di voti gli altri 16 competitors. Ottima l'affluenza alle urne, ben 6799 voti espressi a fronte di poco più di 9000 aventi diritto. Una larghissima partecipazione che sembra testimoniare la volontà della stragrande parte della magistratura di inaugurare una nuova stagione dopo la disillusione seguita dalla tristissima vicenda Palamara. Buono comunque il consenso ottenuto da alcuni magistrati, come Francesco De Falco, che recentemente si è occupato dell'inchiesta sulla paranza dei bambini, Fabrizio Vanorio e Anna Canepa.
L'elezione dei due nuovi consiglieri del Consiglio Superiore della Magistratura, in particolare quella di Matteo, al quale Totò Riina, intercettato all'interno del carcere di massima sicurezza nel quale era stato, negli ultimi anni, rinchiuso, voleva far fare la fine del "primo tonno, quello buono" può essere considerata una risposta, da ultimo, alla sentenza sull'ergastolo ostativo, In relazione alla quale proprio dimatteo aveva utilizzato parole di critica forte, ritenendo che tale sentenza costituisce un enorme passo indietro rispetto alla lotta Antimafia che aveva anche contrassegnato l'impegno di magistrati valorosi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Dare una spallata ad un sistema affetto dal cancro, questa e le prime significative dichiarazioni del PM dopo l'elezione.