Di Claudio Bottan su Domenica, 10 Novembre 2019
Categoria: Legge e Diritto

Né mostri né eroi. I genitori di Giovannino siamo tutti noi

Il piccolo ha il corpo ricoperto di placche e squame a causa di una malattia genetica chiamata Ittiosi Arlecchino. Una patologia rarissima, che colpisce un bimbo su un milione.

"Non dobbiamo essere eroi, ma rimanere pietosi nelle avversità, senza l'arroganza di ergersi a giudici di quello che pensiamo non saremo mai. Quei genitori, qualunque cosa pensassero prima della disgrazia, siamo tutti noi". Lo avevano voluto con tutte le loro forze, tanto da sottoporsi a fecondazione eterologa. Ma quando finalmente quattro mesi fa è nato, i genitori hanno deciso di abbandonarlo all'ospedale. Puzzava di fake news la vicenda di Giovannino, nome di fantasia del bambino affetto da Ittiosi Arlecchino, patologia così rara da colpire non più di un neonato su un milione. Una disfunzione della pelle rarissima e spietata, a cui i neonati sopravvivono raramente. La pelle, dura e ispessita, si spacca e si formano queste placche terribili, simili al vestito di Arlecchino. I genitori hanno scelto di non riconoscerlo, si prenderà cura di lui il Cottolengo.

Ci ha pensato Silvio Viale, ginecologo dell'ospedale Sant'Anna di Torino e da anni impegnato in Radicali italiani e nell'Associazione Luca Coscioni a spiegare con coraggio e franchezza di cosa stiamo parlando. L'ha fatto con un post su Facebook usando parole dirette che hanno squarciato il velo dei dogmatismi e delle certezze assolute. "Comprendo perfettamente la scelta dei genitori di non riconoscere il neonato. Una scelta doppiamente dolorosa, perché giunta improvvisa al termine atteso di una gravidanza desiderata. Chiunque di noi, potendo conoscere la diagnosi durante la gravidanza, abortirebbe. Chiunque di noi dovrebbe cercare di identificarsi con i genitori. Per capire cosa sia la Ittiosi Arlecchino, la variante peggiore della Ittiosi Autosomica Congenita, bisogna avere il coraggio di guardare le foto reperibili su qualsiasi motore di ricerca. C'è da sperare davvero che non sopravviva, mentre è necessario garantire una assistenza adeguata per il periodo che dovesse sfuggire alla morte". La gara di solidarietà scattata dopo la diffusione della notizia del bambino malato abbandonato dai genitori per il ginecologo è "una cosa penosa": "Troppo facile sorridere, fare i pietosi e mostrare magnanimità a parole, facendo telefonate a vuoto. Il punto è che nessuno si è preso la briga di capirci qualcosa, nessuno sa a cosa sta andando incontro e nessuno ha voluto, per ora, sapere nulla di Giovannino".

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