Di Giovanni Di Martino su Mercoledì, 29 Aprile 2020
Categoria: Legge e Diritto

MONITO DELLA PRESIDENTE DELLA CONSULTA CARTABIA AGLI ALTRI POTERI

 L'emergenza si affronta con la collaborazione, in Costituzione non c'è spazio per  un diritto speciale

In occasione della presentazione annuale della relazione sull'attività svolta dalla Consulta ieri la Presidente Marta Cartabia, non ha perso l'occasione per far sapere a tutti gli altri poteri costituzionali  e a tutto il Paese che la terribile fase che stiamo vivendo va affrontata con la collaborazione di tutti. La nostra Costituzione non contempla un diritto speciale per l'attuale stato di emergenza sul modello di altri Paese (Spagna , Francia), pertanto niente sospensione dei diritti fondamentali in questo momento eccezionale, né alterazioni nell'assetto dei poteri e quindi è come se avesse voluto dire "nessuna invasione di campo" tra un potere e l'altro. Poi la Presidente, riferendosi alle esperienze emergenziali vissute dal Paese nel recente passato ( l'attacco al Paese dal terrorismo nero e rosso,  dalla mafia con la stagione delle stragi ndr) ha così dichiarato : La Repubblica ha attraversato varie situazioni di emergenza e di crisi – dagli anni della lotta armata a quelli più recenti della crisi economica e finanziaria – che sono stati affrontati senza mai sospendere l'ordine costituzionale, ma ravvisando al suo interno gli strumenti idonei a modulare i principi costituzionali in base alle specifiche contingenze: necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e temporaneità sono i criteri con cui attuare la tutela «sistemica e non frazionata» dei principi e dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione".

 Secondo l'autorevole pensiero della Presidente Cartabia è nella Carta Costituzionale che dobbiamo ancora una volta trovare la bussola necessaria per poter navigare «per l'alto mare aperto» dell'emergenza e del dopo-emergenza che ci attende. Niente scorciatoie ma soprattutto ha invocato un sovrappiù di responsabilità da parte di tutti: istituzioni, cittadini, parti sociali e non ultimo e anche gli operatori di informazione.

La Presidente nell'illustrare il lavoro fatto dalla Consulta nel 2019 ha voluto fortemente evidenziare quanto sia stato lo sforzo profuso per raggiungere l'obiettivo prioritario della massima apertura della Corte verso l'esterno

Nel corso del 2019 infatti la Corte ha aperto le sue porte, non solo per permettere al pubblico e ai giornalisti di assistere alle udienze pubbliche, anche per consentire la visita del Palazzo da parte dei cittadini. Per far avvicinare la Corte al mondo esterno fatto in carne ed ossa la Presidente ha  così dichiarato :" la Corte non ha solo «aperto il palazzo», ma è uscita. È uscita per raggiungere i giovani nelle scuole d'Italia, come peraltro già accadeva da qualche anno, anche se in modo meno strutturato; è uscita per incontrare la realtà delle carceri con visite di storica importanza, che sono tutte documentate analiticamente sul sito online della Corte e, con una selezione d'autore, anche dal docufilm Viaggio in Italia. La Corte costituzionale nelle carceri prodotto da Rai cinema e Clipper Media, per la regia di Fabio Cavalli. E ancora, è uscita per farsi conoscere da tutti e per portare ovunque i valori della Costituzione, attraverso la proiezione del suddetto docufilm in ogni angolo del paese e persino all'estero."

 Poi la Presidente si è soffermata sui numeri che la Corte Costituzionale ha prodotto nel corso del 2019 facendo rilevare come siano aumentati gli accoglimenti e diminuiti i tempi della durata dei procedimenti attestandosi nella media in 10 mesi. Sono aumentate le sentenze rispetto alle ordinanze, il che vuol dire che la Corte è entrata nel merito delle questioni, motivando in modo approfondito la propria decisione.

Nella relazione si legge inoltre che dalla valutazione delle decisioni di merito adottate dalla Corte sono emerse tre linee di tendenza 1) la necessità di rafforzare il principio di leale collaborazione, specie nel dialogo con il Legislatore; 2) lo sviluppo della cooperazione inter-giurisdizionale nella protezione dei diritti fondamentali; 3) un sindacato più stringente in materia penale e di esecuzione penale.

Nell'illustrare ognuna delle linee di tendenza registrate, la Presidente non ha mancato di citare le ordinanze e le sentenze emesse più significative, facendo rilevare quanto sia stata importante e decisiva la ricerca costante della collaborazione con il legislatore e gli altri poteri.

Dalla lettura della Relazione emerge a piene mani lo spirito di freschezza con cui la Presidente ha inteso interpretare il suo ruolo, non più una Corte vista come il luogo delle censure costituzionali, occupato da sommi giuristi depositari delle verità e delle certezze giuridiche ma quel luogo che vuole  interagire  con le altre istituzioni e le articolazioni dell'intero Paese al solo scopo di rendere sempre vivi i principi e i valori della nostra Carta Costituzionale.

Qui di seguito la sintesi ufficiale della Relazione scaricabile