Di Piero Gurrieri su Giovedì, 31 Ottobre 2019
Categoria: Chances e Job

Mi chiamo Paolo, una laurea con lode, poi l'incubo. Sfruttato in uno studio, vivo con 200 euro al mese

Studiare e laurearsi, anche con lode, per non riuscire a cavare, alla fine, neppure pochi spiccioli. Una storia, quella di Paolo, che non rappresenta altro che il cliché di 1000, 10000, in realtà infinitamente di più, altre storie. Di brillanti studentesse e di altrettanto brillanti studenti con un formidabile cursus studiorum che sono costretti a sbarcare il lunario facendo lezioni private da poche centinaia di euro al mese, oppure camerieri in un ristorante. Occupazioni di grande dignità, si intende. Ma non coerenti rispetto ad un percorso di studio fatto di 10-15, anche 20 anni di sacrifici e di impegno. Di famiglie che hanno fatto anche mutui per poter fare studiare i propri figli. Di amori in parte incompiuti, perché non puoi mettere su famiglia senza neppure poter pagare un affitto, figuriamoci pensare a dei figli. Insomma, buio pesto nell'Italia che partecipa ai G8 e che costringe la sua migliore gioventù all'emigrazione, i suoi migliori cervelli ad una fuga senza ritorno. Se, come ci dicono i politici, la crisi nera è alle nostre spalle, il mercato del lavoro è in ripresa, il sistema Italia è più vivo che mai, qualcuno dovrà pur spiegare perché in moltissimi vanno via dall'Italia ma i flussi in entrata sono pressoché inesistenti, se non per categorie scarsamente o per nulla scolarizzate. Qualcuno dovrà spiegare cosa dovrebbe fare un laureato in giurisprudenza se ci sono 250000 avvocati, se la magistratura è al collasso per mancanza di personale e dobbiamo salutare come una rivoluzione un concorso da 200 o 300 posti, se la burocrazia italiana è una delle più decrepite d'Europa ma invece che incentivare il rinnovamento tramite un ciclico, doveroso, ricambio, le leggi finanziarie ripetono il solito refrain di porre vincoli, paletti alle spese per le nuove assunzioni. Con il risultato di aggiungere il peggio al male attuale. Impedendo a chi completa il proprio corso di studio di accedere al lavoro, anche quando sia in possesso del grado più elevato di istruzione, come troppo in faticamente recita la Costituzione, e poi impedendogli perfino di poter accedere ad una pensione che non sia quella sociale, quella minima, quella cioè che ti condanna alla fame, alla marginalità, alla povertà. La lettera di Paolo, insomma, è l'ennesima doccia fredda su tutti noi, e la pubblichiamo perché non bisogna mai nascondersi nulla, perché solo quando hai toccato il fondo più estremo, allora si potrà rinascere. Grazie all'associazione giovani Giuristi italiani, che ha pubblicato per prima questo intervento.

 Buonasera, scusatemi per il disturbo. Vi scrivo perché mi piacerebbe raccontarvi la mia storia.Sono sempre stato un ragazzo molto diligente nella mia carriera scolastica, infatti mi sono diplomato col massimo dei voti senza alcun tipo di problema e, anzi, studiando relativamente poco.A 18 anni, con un diploma in tasca e tanta voglia di fare, mi sono iscritto a Giurisprudenza. Ho studiato con costanza, determinazione e moltissimo impegno. Ho trascorso i migliori anni della mia vita dietro i manuali di diritto privato, commerciale, amministrativo e penale, collezionando molteplici soddisfazioni. Ho vinto per quattro anni consecutivi una borsa di studio, così da potermi dedicare all'Università senza alcun pensiero in ordine ai costi delle tasse e dei libri.Nel febbraio del 2017 ho conseguito il titolo di dottore magistrale in Giurisprudenza, con la concessione della lode e il plauso accademico. Poi è iniziato il mio incubo personale.Ho cercato per mesi una qualsiasi occupazione che potesse garantirmi un minimo di indipendenza economica, ma non ho trovato alcunché. Ho intrapreso la pratica forense, stando alle dipendenze di alcuni avvocati. In tale occasione ho imparato che cosa significa lavorare gratuitamente e senza alcuna gratificazione. Per sbarcare il lunario, durante i weekend offrivo ripetizioni a giovani giuristi come me.Dopo due anni eccomi qui. Uno di questi avvocati mi ha detto nei denti che il mio lavoro non vale nemmeno 200 euro di fisso mensile. Ho 27 anni, non ho alcun futuro alle mie porte se non la pallida possibilità di superare qualche concorso nella P.A.Mi sento perso e senza alcuna prospettiva.Non so cosa fare della mia vita. Se avete qualche consiglio per me, sono aperto a qualsiasi suggerimento. Amo studiare, amo il diritto e amo lavorare sodo.Ho scritto di getto questo post e non vi nego che sto a stento trattenendo le lacrime. Non so più cosa fare.P.S. Nel caso in cui decideste di pubblicare questo "sfogo" vi chiedo la cortesia di non citare il mio nome o il mio cognome. Purtroppo in questo ambiente è pericoloso dire queste cose, poi ti scambiano per "choosy" e non ti calcolano più.