1939, l'Italia non è ancora entrata in guerra ma il regime fascista la guerra comincia a scatenarla, approvando le leggi razziali. si scatena la caccia a chi ha origini ebraiche, una discriminazione che porta alla destituzione dagli incarichi pubblici, dall'insegnamento nelle scuole ed anche dagli Albi delle professioni liberali. Sono migliaia gli avvocati italiani di origine ebraica che tra il 1939 ed il 1940 sono esclusi dagli Albi e dall'attività professionale, 54 solo a Torino. L'ordine degli avvocati del capoluogo piemontese ha deciso di ricordarli allestendo all'interno del palagiustizia torinese proprio di fronte al Consiglio dell'Ordine una significativa mostra fotografica, "I 54 esclusi", curata da Claudio Vercelli con la collaborazione di Alessandro Pession e scoprendo una targa.
La mostra ripercorre le immagini ed indica i nomi dei 54 colleghi che furono estromessi dall'albo, ed è stata inaugurata il 20 novembre alle ore 13, presenti la presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati torinese, l'intero consiglio, il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, e moltissimi altri colleghi. Una mostra dunque significativa, nel corso della quale sono anche stati letti pubblicamente i nomi dei colleghi. Un tributo non solo al loro, ma anche ai loro familiari, ai loro clienti, ai tanti altri avvocati, professionisti, cittadini che in quegli anni difficili si videro improvvisamente privare dei diritti fondamentali spettanti ad ogni persona e ad ogni cittadino italiano. Un monito, in un periodo segnato dall'incedere di rigurgiti di discriminazione razziale, a riflettere.