Di Francesco Margani su Domenica, 07 Maggio 2023
Categoria: Cultura

Le Mani danno forma ai pensieri

E' questo il titolo della Mostra di opere creative di Loredana Di Corrado esposte presso la Caffetteria del Museo Civico di Niscemi (CL), visitabile fino al 14 maggio 2023. 


Non vi è alcuna urgenza di mostrarsi come a volte richiede la parola poetica.

Il candore risalta nella sua scrittura, mai volutamente esibita.

Le Mani. Il titolo della Mostra è una dichiarazione di poetica, il tentativo di fermare ciò che sfugge, di volere abbracciare l'attimo.

Dall'esilio dei fogli dei suoi libri pubblicati, accompagnati da sparuti inediti fuoriescono queste immagini.

Hanno oltrepassato la frontiera degli anni. Scorrono dentro la camera oscura dell'esistenza per fissare lampi di luce come le stelle all'alba e la luna sospesa come un accento.

Attraverso la lettura dei suoi versi si nota una costante ricerca di dare un senso alla vita, una ricerca continua come un'ossessione nell'interrogarsi.

Un costante viaggio esistenziale in cerca di sensazioni ed emozioni che le diano sprazzi di gioia.

Con lo sguardo pieno di stupore coglie in fotogrammi, in piccoli frammenti le cose minime. La brezza o un pesco fiorito scatenano all'interno della sua sensibilità un universo interiore.

Lo stupore diventa incanto, magia che viene rielaborata all'interno del proprio nido che è l'anima.

I versi come immagini e le immagini come versi.

Le pareti ospitano foto accompagnate dai versi vergati a mano su carta di riso o carta da imballo. Origami multicolori disseminati sui tavoli, sulle mensole, sulle sedie e in ogni dove. Oggetti effimeri e duraturi allo stesso tempo. Amuleti e doni che saranno vivi nei ricordi. 

 Quadretti arricchiscono l'armonia dell'insieme, pennellate date con leggerezza quasi con trasparenza evocano la pittura di Guccione o di Giuseppe Di Modica. Un gabbiano si libra in volo solitario nel cielo color tempesta. Di rimando come per non so quale associazione mi vengono in mente i versi: "Le Poete est semblable au prince des nuées/qui hante la tempete et se rit de l'archer;". Come dar torto a Charles, con i suoi versi da veggente vide tutto in anticipo. I versi vivono, noi siamo i mortali postumi.

Senz'altro i versi hanno la meglio in confronto alle immagini. La parola scritta ha una forza maggiore in confronto alle immagini. Ha il potere evocativo che supera le immagini. Siamo in presenza di una poesia che non cede mai alla disperazione, al dolore che traspare in alcuni versi. Anzi riescono a darle forza per captare i deboli segnali, le voci del creato.

 La brevità dei versi suggeriscono una continua decantazione della parola sino ad essere essenziale come il silenzio. Dalla calma dei versi fuoriescono onde che travolgono l'incauto lettore che non ha alcuna possibilità se non quella di riemergere e abitare il punto più alto dell'onda.

E' evidente che la sua scrittura poetica, frutto di una intensa ricerca, non si avvale di stratagemmi stilistici o retorici che depotenziano di fatto i versi.

La Dickinson e la Szymborska sono le madri nobili della sua poesia. A cui forse non ha alcun debito ma per l'approccio ai temi e ai modi li ricorda senz'altro.

Dalla vita appartata e dalla continua ricerca nascono i suoi versi come le rose di Acatama.

I fiori più belli fioriscono nel deserto dell'esistenza, hanno vita breve ma sanno di eternità.

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