Di Rosario Antonio Rizzo su Domenica, 03 Novembre 2019
Categoria: Di Libri di altro

Le diffidenze contro il mondo scientifico

Assistiamo negli ultimi tempi a una lenta, però significativa, bibliografia sul mondo scientifico.

Molti autorevoli studiosi delle varie discipline scientifiche, italiani e stranieri, sono stati spinti dagli eventi, in un mondo che cambia velocemente, a "scendere in campo" per spiegare, con parole semplici gli ambienti, egli ambiti, in cui lavorano, le scoperte che hanno permesso di sconfiggere, o di ridurre, gli effetti di malattie che hanno causato le sofferenze e perfino la morte di intere generazioni, almeno dall'Anno Mille in poi.

E' sufficiente riflettere, nel tempo e nello spazio, sulle tragedie che hanno sconvolto gli equilibri umani e ambientali a partire dalle grandi pestilenze che, oltre a dimezzare le popolazioni, devastavano le campagne.

Quella del 1348/1350 causò in Europa la morte della metà della popolazione.

Eppure, per ciò che riguarda la popolazione, è cresciuta in maniera esponenziale, nonostante tutte le catastrofe subite.

All'inizio del 1800 la popolazione mondiale raggiunge il miliardo. Verso la fine degli Anni Ottanta del secolo scorso abbiamo festeggiato i cinque miliardi e abbiamo raggiunto i sei miliardi alla fine del secolo scorso.

Ora veleggiamo, stime dell'ONU, verso i nove miliardi di persone entro il 2025.

Certo ci sono, e ci saranno, moltissime sfide da affrontare. Ma chi deve affrontarle. Di sicuro ognuno di noi sarà chiamato a fare la "propria parte".

Ma ci siamo chiesti a chi toccherà prendere atto di "un problema" e ipotizzare soluzioni, immediate, se del caso, o a medio e lungo termine?

Ci verranno in aiuto le varie "arene" mass mediologiche, dove ognuno ha diritto di spararla quanto più grossa possibile; o i laboratori di ricerca dove si elaborano progetti per alleviare ogni male possibile e immaginabile; dove, magari, non sempre tutto va per il "giusto verso". 

E si ricomincia da capo.

Oggi in Italia, soprattutto, si è rotto un equilibrio di fiducia tra la scienza e parte della popolazione, tra gli addetti ai lavori e i fruitori, tra il sapere e le credenze popolari. A volte perfino ancestrali.

Per capire come sia accaduta questa rottura di fiducia, è uscito dalla casa editrice Fandango, un libro di Luca Simonetti, scienziato di chiara fama internazionale: "La scienza in tribunale", con un sottotitolo molto significativo. E altrettanto specificativo: "Dai Vaccini agli OGM al Terremoto dell'Aquila: una storia italiana di errori legali e giudiziari".

Nell'abstract della Casa Editrice, possiamo leggere:

"Si sa che la scienza in Italia suscita molti sospetti. E questi sospetti non vanno disgiunti da una certa ignoranza in materia, che fa dell'Italia una pecora nera in Europa. Così capita che parliamo correntemente di Ogm (organismi geneticamente modificati), ma senza sapere cosa siano i geni e in cosa gli Ogm siano diversi da una qualunque coltivazione; ci preoccupiamo dei vaccini, ma senza sapere nulla di come funzionino e di quante malattie abbiano contribuito a eradicare. E cosa succede quando questo tipo di cortocircuiti avviene anche nei tribunali e nel Parlamento? Il libro di Luca Simonetti affronta con chiarezza uno degli argomenti più scottanti e attuali dei giorni nostri, gli errori giudiziari e le approssimazioni che si verificano quando il diritto ha a che fare con la scienza. Quanto potere possono avere i giudici nel sindacare le scelte dell'amministrazione sanitaria in materia di diritto alla salute, come nei casi Di Bella, Stamina e Ogm? Come possono imputare la responsabilità di un evento naturale imprevedibile come i terremoti agli scienziati impegnati nello studio del fenomeno, come è successo nel processo per il terremoto dell'Aquila? O affermare la causalità fra autismo e vaccini, ampiamente sconfessata dalla comunità scientifica mondiale? Fra capri espiatori, accuse incredibili e un'opinione pubblica disinformata e confusa, "La scienza in tribunale" è un'occasione per riflettere seriamente su alcuni aspetti fondativi della nostra cultura e della nostra società". 

Nel mese di luglio di quest'anno, la rivista MicroMega esce con un numero speciale, 4/2019, "Almanacco della Scienza" con una ventina di interventi dei più prestigiosi scienziati che nel chiuso dei loro laboratori, teorici e pratici, passano un'intera esistenza ad interrogarsi, a ricercare, a produrre tutto ciò che possa alleviare sofferenze al genere umano; tutto ciò che possa servire affinchè quei nove miliardi di popolazione, prevista tra qualche anno, possa essere soggetta a minore sperequazione sociale sul campo alimentare, sanitario, culturale, formativo…!

Desiderate sapere come vive e lavora uno scienziato? O come si arriva a importantissimi risultarti? O come si è arrivati alla scoperta del "bosone di Higg"? C'è il nostro Guido Tonelli, all'epoca responsabile di quel progetto al CERN, che si racconta. E ci racconta.

Ci sono quattro scienziati italiani, Andrea Crisanti, Enrico Furlan, Silvia Tusino e Alekos Simoni pronti a spiegarci come si è riusciti nei laboratori dell'Imperial College di Londra attraverso la modifica genetica di zanzare a combattere la malaria, che ancora fa stragi di bambini in alcune aree del nostro Pianeta.

Tantissimi gli argomenti affrontati che fanno onore sia agli Autori sia alla Rivista, che ha saputo affrontare un tema "caldo" per le implicazioni etiche con le quali, nel bene come nel male, ogni scienziato, prima o dopo, finisce per scontrarsi.

Ma fa soprattutto onore, ad una delle due citazioni all'apertura di questo numero: "Scopo della scienza non è tanto quello di aprire una porta all'infinito sapere, quanto quello di porre una barriera all'infinita ignoranza", Bertolt Brecht.

E sarà un bene che anche noi cominciamo a porci qualche domanda sulla nostra "infinita ignoranza", con grande onestà intellettuale.