L'Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) in rappresentanza dei193 Stati che ne fanno parte, il 17 dicembre 1993, ha proclamato il 3 maggio "Giornata mondiale della libertà di stampa", anche nota semplicemente come Giornata mondiale della stampa, per evidenziare l'importanza.
Quale saranno stati i motivi che hanno spinto un'organizzazione mondiale come l'ONU a decretare un evento così importante?
In primo luogo perché i governi di moltissime Nazioni non permettono che gli organi di informazioni radio, televisioni, giornali, riviste, Internet, Web possano dare notizie se non sono controllate preventivamente da una commissione governativa che ne autorizza la pubblicazione.
In effetti in questi Paesi viene praticata la censura per evitare che si possano scrivere e pubblicare notizie che potrebbero danneggiare chi esercita il potere in quelle Nazioni.
Ogni anno un'organizzazione internazionale, la "World Press Freedom Index" (Indice mondiale che valuta la libertà di stampa) analizza lo stato di salute del giornalismo di 180 Paesi.
In Italia, i risultati del nostro Paese hanno creato qualche allarme giustificato perché rispetto al 2021 abbiamo perso 17 posizioni passando, nella graduatoria mondiale, dalla 41esisma posizione del 2020 al 58esismo di questo anno.
In secondo luogo al nostro paese si rimprovera "un certo grado di paralisi legislativa" in quanto ci sono ritardi inspiegabili nell'adozione di leggi che dovrebbero tutelare il lavoro libero e sereno di ogni giornalista.
In secondo luogo, ci si rimprovera che durante i due anni del Covid 19, i giornalisti… "sono stati oggetto di aggressioni sia verbali che fisiche durante le proteste contro le misure adottate dalle autorità per combattere la pandemia".
Nel resto del mondo ci sono situazioni veramente disastrose dovute anche al controllo diretto del governo su tutti gli organi di informazioni.
I primi tre Paesi che occupano il podio di questa classifica sono Norvegia, Danimarca e Svezia. Tre Paesi che si distinguono anche in moltissimi altri settori: dallo stato sociale alla scuola, dai servizi sanitari all'economia, dal tenore di vita all'aspettativa di vita.
Gli storici affermano che durante la guerra il controllo sull'informazione subisce interventi strategici non indifferenti e la fanno da padrone le cosiddette "fake news"(false notizie) e non è in caso che troviamo la Russia al 156esimo posto e l'Ucraina al 106esimo.
Il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 3 maggio scorso ha definito la la libertà di stampa il: "Termometro di democrazia nel Paese" e ha proseguito mettendo in grande evidenza che "La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese. Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina. È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti ".
Mentre il Santo Padre, Papa Bergoglio, in un tweet:"PreghiamoInsieme" ha avuto parole di elogio "per i giornalisti che hanno pagato di persona, con la vita o con il carcere, per servire questo diritto. Un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell'umanità
La storia ci dà conferma che ogni qualvolta in uno Stato si instaura la dittatura, le opposizioni si danno alla clandestinità e anche la Stampa diventa clandestina.
Ci sono parecchi esempi.
E la storia documenta una ricchezza di testate giornalistiche, periodiche, per brevi e lunghi periodi, confezionati in condizioni molto precarie, uscite e diffuse a rischio e pericolo di giovani votati a tutto, perfino all'estremo sacrificio.
In Italia la clandestinità degli oppositori al regime mussoliniano, faceva sentire le loro voci attraverso fogli, proclami, giornalini locali e tutto quello che potesse servire a tenere viva la fiammella della libertà.
Ma una vera e propria fioritura di giornali si ebbe dopo l'otto settembre 1943, con la firma dell'armistizio e il paese lasciato allo sbando ed in mano nazista.
I principali organi di stampa del periodo 1943-1945 sono:
- "La nostra lotta", organo del PCI. Esce, tra l'ottobre 1943 e l'aprile 1945,
- "l'Unità", organo storico del PCI.
-"Giustizia e libertà", organo della banda "Italia libera", divenuta poi 2a divisione alpina GL. Pubblicato dalla primavera del 1944 fino alla liberazione,
- "L'Italia libera", organo del Partito d'azione.
- "l'Avanti", organo del PSIUP: pubblicato a Milano, Roma, Torino, Bologna, Val d'Ossola, Firenze e Venezia per un totale di 125 numeri.
- "Noi donne", organo dei "Gruppi di Difesa della Donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà" (GDD). Esce dall'aprile del 1944 fino alla liberazione. Si trasformerà, poi, nel periodico dell'Unione Donne Italiane (UDI).