In occasione del ventennale della stipula della convenzione di Palermo per il contrasto al crimine organizzato, le delegazioni di 34 Paesi si sono incontrate nell'aula bunker intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per confrontarsi sugli strumenti giuridici ed operativi indispensabili per arginare la tratta di persone e contrastare le attività criminose nel contesto del Mediterraneo.
Nel corso dell'incontro, tenutosi il 29 settembre, il Ministro della Giustizia Nordio e la Guardasigilli libica hanno sottoscritto un trattato sul trasferimento delle persone condannate, al fine di promuovere la cooperazione tra i due Paesi.
Il contrasto a questi fenomeni "è un obbligo per tutti noi", ha sottolineato il Guardasigilli durante il suo intervento, aggiungendo anche che l'applicazione della Convenzione "è anche una modalità di protezione dei diritti umani".
L'accordo, che riguarda le persone sottoposte a pene privative della libertà personale, subordina la consegna della persona estradata alla condizione che non sia mai applicata al condannato la pena di morte, ove prevista dalla legislazione dello Stato di appartenenza, ovvero che la stessa, pur pronunciata, non sia eseguita; inoltre, secondo quanto diramato dall' "Agenzia Nova", l'intesa dovrebbe anche prevedere che i detenuti selezionati possano scontare la pena nel proprio Paese di origine, previa una procedura valutativa caso per caso.
In ogni caso, prima dell'entrata in vigore, il trattato deve essere approvato dal Parlamento italiano tramite un apposito disegno di legge di ratifica.