Di Giovanna Cascone su Domenica, 24 Giugno 2018
Categoria: Itaca

Itaca, una nuova avventura

Itaca è un porto sicuro dove approdare dopo un lungo viaggio, dove le inquietudini interiori trovano pace e da dove poter ripartire per nuove avventure. Un tuffo nella mitologia greca per rievocare un sito che oggi vuole essere uno spazio virtuale, un rifugio sicuro in cui le storie di tante donne possono essere raccontate. Itaca è una rubrica online, un angolo del web dove poter narrare, condividere e presentare storie, eventi, iniziative e, ahimè, fatti di cronaca nera che ruotano intorno al mondo femminile. Da Nord a Sud, c'è tanto da raccontare; tante voci di donne chiedono di essere ascoltate, tante associazioni si battono a difesa delle donne vittime di violenza e il panorama nazionale è costellato di tante iniziative ed eventi di grande spessore culturale. Itaca, in tal senso, apre le porte della città. Perché Itaca? Per molti l'accostamento è alle gesta di Ulisse, per me è un po' diverso.  

Quando penso a Itaca, penso ad una meravigliosa isola greca, ad un luogo magico, ad un traguardo da raggiungere, ai tanti viaggi e alle avventure che la vita può riservare a tutti noi. Sono convinta che ognuno abbia un suo viaggio. La vita stessa è un viaggio meraviglioso, unico, prezioso, costellato di successi personali e di sconfitte, di cadute libere e di risalite, di percorsi con mete chiare e sicure a fronte di altri che non saranno mai terminati. Ogni essere umano ha un suo viaggio. Ogni donna ha un cammino, una meta, un destino da scrivere; ha un percorso più o meno tortuoso, più o meno splendido e stupefacente, più o meno tormentato, più o meno felice o infelice, ma in ogni caso pieno di voglia di vivere e di vedere il mondo con gli occhi di donna, esprimendo sempre e comunque le proprie idee, facendo sentire la propria voce. A volte, purtroppo, quelle voci vengono spente non riuscendo a sconfinare le mura di una cultura impietosa che troppo poca guarda al genere femminile come ad una risorsa preziosa per le sue grandi doti e capacità e non solo per il suo aspetto fisico o per il suo essere mamma, moglie, fidanzata o compagna.  

Da oriente ad occidente l'universo marcia a fasi alterne, spesso inconciliabili, e il modo di rapportarsi al mondo femminile non fa altro che rispecchiare uno status quo dettato dalla cultura d'appartenenza. Voci di donne coraggiose vengono zittite da una cultura ottusa, rilegandole ad un anonimato soffocante. Nell'immaginario comune è una condizione di vita lontana, che non ci appartiene, che non alberga nei cosiddetti paesi civilizzati e democratici, eppure quotidianamente ci scontriamo contro la cruda realtà. Oggi più che mai ci troviamo a riflettere sulle ragioni di tale malessere, sull'amarezza che lasciano le storie di donne finite tragicamente. Contestualmente trovo sia fondamentale continuare a parlare di rispetto dei diritti umani, di eguaglianza, di pari opportunità e di puntare i riflettori sul palcoscenico della vita per poter raccontare il mondo con gli occhi delle donne. Cari lettori, inizia un nuovo viaggio e mi auguro di condividerlo con voi.