La pandemia in tutto il mondo ha creato e sta recando una recessione e una crisi economica che non ha eguali.
In Italia, dove il comparto produttivo stava cercando di risalire la china dopo la lunga crisi degli ultimi anni, il covid-19 ha bloccato quei flebili tentativi di ripresa vanificando il lavoro e la produzione di migliaia di imprese in tutti i settori economici.
Alla vigilia del via libera per la ripresa si registrano troppi ritardi nell'elargizione della liquidità che il governo ha approvato con il Decreto Cura Italia. Le banche infatti non stanno facendo il loro dovere fino in fondo per la concessione dei prestiti fino a 25 mila euro, richiedendo alle imprese decine di documenti, gli imprenditori lamentano l'appesantimento delle istruttorie per esitare le domande.
Adesso, che il contagio sta rallentando e si intravede in fondo al tunnel uno spiraglio di luce, tanti autorevoli osservatori hanno messo in guardia tutti, operatori economici, istituzioni e cittadini, dal pericolo che un altro virus subdolo quanto il covid-19 possa contaminare il sistema dell'economia legale più di quanto già non lo faccia in certe aree e in certi settori. Stiamo parlando del rischio criminalità, che proprio approfittando della debolezza di migliaia di imprese sane tenterà di rilevarle al fine di immettersi nel circuito legale del sistema economico alterandone le libere regole del mercato.
Da più parti sono state lanciate grida di allarme per scongiurare che questo accada. L'Unità di Informazione Finanziaria, l'organismo della Banca d'Italia ha redatto il mese scorso un vero e proprio documento sulla prevenzione dei fenomeni di criminalità finanziaria connessi all'emergenza covid-19.
(qui il link del nostro articolo sul tema https://www.avvocatirandogurrieri.it/leggi-e-diritto/decreto-liquidita-allarme-di-bankitalia-sul-rischio-di-infiltrazioni-e-corruzione )
In questo documento si fa rilevare, così come hanno già fatto a livello internazionale altri organismi dediti al monitoraggio e al controllo ( si vedano in particolare le posizioni espresse da Europol nel report del 27 marzo 2020 "Pandemic profiteering: how criminals exploit the COVID-19 crisis", dal GAFI il 1° aprile 2020, in occasione dello "Statement by the FATF President: COVID-19 and measures to combat illicit financing", nonché Interpol lo scorso 6 aprile sul tema "Preventing crime and protecting police: INTERPOL's COVID-19 global threat assessmen ) che sussiste il pericolo di truffe, di fenomeni corruttivi e di possibili manovre speculative anche a carattere internazionale.
L'indebolimento economico delle imprese accresce i rischi di usura e può facilitare l'acquisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali.
Lo stesso Procuratore della DNA De Rao ed il ministro dell'Interno Lamorgese hanno in più occasioni esternato in tal senso le loro preoccupazioni.
Anche il mondo dell'associazionismo impegnato da sempre sul fronte del contrasto alle mafie come Libera, si è detto preoccupato e ha richiesto una maggior attenzione da parte delle istituzioni su questa tema.
Per potere approfondire questo tema Reti di Giustizia ha contattato l'avv. Enza Rando, vice Presidente di Libera per ascoltare la sua opinione sul tema.
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