Dal 14 marzo le forze dell'ordine di diciotto città italiane saranno dotate di pistole a impulsi elettrici, dette anche taser. Si contano 4.482 nuove armi disponibili per gli equipaggi della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. I taser verranno utilizzati come armi alternative a quelle da fuoco, come affermato dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese questa decisione: "costituisce un passo importante per ridurre i rischi per l'incolumità del personale impegnato nelle attività di prevenzione e controllo del territorio".
Le forze dell'ordine di quattordici città metropolitane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Messina e Catania) e quattro capoluoghi di provincia (Caserta, Brindisi, Reggio Emilia e Padova) utilizzeranno per prime le pistole a impulsi elettrici, con le quali saranno equipaggiate seguendo un cronoprogramma tutte le restanti caserme del corpo della Polizia.
La sperimentazione sui taser era iniziata in Italia nel 2018 sotto il governo Conte quando c'era l'intenzione di dotare le forze dell'ordine di armi a impulsi elettrici. Allora il Ministro dell'Interno era Matteo Salvini che durante una conferenza stampa al Viminale, parlando al prefetto Piantedosi e al Capo della Polizia Gabrielli, confessava: "Mi chiedono il taser ovunque. Anche i sindaci che incontro sarebbero disposti. Potremmo provare".
This browser does not support the video element.
Taser International, Il Ministero e le pistole ritirate
La prova inizio nello stesso 2018 con un decreto che avviava le sperimentazioni in 6 città. Dopo poco tempo però il Ministero ritirava le 32 pistole fornite gratuitamente dall'azienda Axon Public Safety Germany, ex Taser International, pronunciandosi con la "non aggiudicazione" delle pistole prodotte dalla stessa azienda, che aveva vinto la gara.
Secondo La Stampa le pistole non avrebbero superato le prove balistiche che solitamente si effettuano presso il centro di tiro della Polizia di Nettuno. Le forze dell'ordine riscontravano criticità relative alla fuoriuscita dei "dardi" e alla mancanza di precisione delle pistole. L'azienda replicava a modo suo sostenendo che le armi erano conformi alle specificità tecniche pubblicate nel Bando e chiedeva pertanto al Ministero di concludere la fase di sperimentazione e procedere con l'adozione.
Rispondendo a La Stampa, a seguito di quella vicenda, il Capo della Polizia Franco Gabrielli affermava l'intenzione di adottare armi ad impulso elettrico nel breve tempo. Sono passati pochi anni e questa volta l'adozione di questi strumenti dovrebbe essere definitiva, assieme alle bodycam per la Polizia.
Ma come funzionano realmente i taser? Possono essere considerate armi affidabili?
Le criticità sull'utilizzo del taser
La pistola elettrica prende il nome di 'Taser' dall'azienda più famosa produttrice di pistole elettriche - Taser International - che decide di cambiare nome in Axon nel 2016 per una questione di immagine. Nel 2007 la pistola viene infatti definita dall'ONU uno strumento di tortura mentre secondo Amnesty International avrebbe causato centinaia di morti negli Usa (più di 800 nel 2001). Nonostante ciò, il taser è considerata un'arma non letale in grado di immobilizzare chi viene colpito con scariche elettriche di intensità variabile che causano la contrazione muscolare del soggetto colpito.
Secondo l'agenzia Reuters sarebbero 1081 le persone morte nel 2018 a causa dell'utilizzo del taser, in 163 casi la correlazione è stata dimostrata dall'autopsia. Ma c'è di più, le critiche sull'uso di quest'arma mosse negli ultimi giorni dall'Associazione "Chi si cura di te?" che riunisce medici e professionisti della città di Torino, citano alcuni importanti studi a sostegno del fatto che il taser è un'arma pericolosa e dagli effetti ancora poco conosciuti per la salute delle persone.
L'Associazione dei medici, assieme ai ricercatori del dipartimento di igiene e sanità dell'Università La Sapienza, ha condotto uno studio che mette in evidenza le criticità della pistola. Un primo dubbio è dato dal fatto che gli unici studi a sostengo dell'utilizzo dell'arma - come fatto notare dall'Associazione - sono finanziati e condotti dalla stessa azienda che la produce, la Axon. Come affermato da Giancosimo Mancini - specializzando del dipartimento di igiene e sanità – ciò che emerge in uno studio condotto dall'Università Olandese di Gronica sulla pericolosità della pistola elettrica è che: "il campione di popolazione preso in esame per gli studi a favore del taser non sia significativo né in termini di numeri né di caratteristiche perché viene condotto principalmente su agenti delle forze dell'ordine che impiegano l'arma sui colleghi in regime d'addestramento e quindi medicalmente controllato - spiega Macini - Non esistono studi sugli effetti per soggetti che hanno patologie cardiovascolari e nemmeno sappiamo se la scarica sia in grado di far emergere cardiomiopatie latenti".
Insomma, il taser potrebbe rivelarsi come negli Usa, un'arma poco sicura per la salute di persone che presentano cardiopatie o affette da altri problemi cronici di salute. Chi di solito conduce test sull'utilizzo del taser prende in considerazione la temperatura corporea in risposta allo stress e il ritmo cardiaco trascurando la percezione del dolore, lo stato di agitazione psicomotoria che persiste nel tempo, l'effetto della caduta in seguito all'immobilizzazione del corpo e i disturbi del sonno. Per queste ragioni i medici dell'Associazione piemontese considerano prematuro l'utilizzo del taser che a quanto pare rientrerà nell'equipaggiamento di tutte le pattuglie delle forze dell'ordine da qui a fine anno.