Di Paolo Rosa su Domenica, 02 Settembre 2018
Categoria: I diritti non sono merce

Il Manifesto di Riforma della previdenza forense: Messina, Ohio di Cassa Forense?

Il Collegio di Messina ha 4009 aventi diritto al voto cui corrisponde 1 delegato per Cassa Forense. Nelle elezioni precedenti vi era una sola lista e un solo delegato. Affluenza scarsissima e risultato bulgaro, come del resto a Trento.

Dal 24 al 28 settembre 2018 si terranno le elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati 2019 – 2022.
A Messina, come a Trento, vi saranno due liste in concorrenza tra di loro.

Nel Collegio di Messina la lista di Valter Militi, vice presidente di Cassa Forense e vicario uscente, l'altra di Azione Forense con Luigi Giacobbe che sostiene il Manifesto di previdenza forense redatto dal sottoscritto e dall'Avv. Daniela Nazzaro del Foro di Roma, qui riproposto:

1) abolizione della contribuzione minima , sia soggettiva che integrativa : la contribuzione va informata ai principi di progressività e proporzionalità rispetto al reddito , modulata secondo scaglioni;

2) opzione al sistema di calcolo contributivo della pensione, equo e solidale, in pro rata, con armonizzazione equa con il pregresso;

3) esenzione totale per i redditi al di sotto della soglia di povertà;

4) inserimento, accanto alla pensione minima, della pensione sociale forense, pari al minimo inps (450 - 630 euro); 

5) liquidazione di tutte le prestazioni assistenziali con rigorosa applicazione del criterio nazionale ISEE;

6) cancellazione del ruolo esattoriale per tutti gli iscritti (anche GS INPS), previa rinegoziazione, mediante predisposizione di piani di rientro individuali del debito contributivo, con priorità di recupero rispetto ai grandi debitori (oltre i 100.000 euro) e fantasmi (circa 20.000);

7) incompatibilità tra la erogazione della pensione e la permanenza negli Albi; oppure possibilità di esercitare ma entro un tetto reddituale (124/2017 della Corte Costituzionale) e aumentando la solidarietà dei pensionati (dal 3% al 10%);

8) indicazione di un limite in percentuale agli investimenti, finalizzato a vincolare il patrimonio al raggiungimento dello scopo assistenziale e previdenziale (si potrebbe ipotizzare un massimo del 30 % del patrimonio, in analogia con i fondi pensione sottoposti alla medesima vigilanza COVIP); inserimento della clausola di salvaguardia

9) requisiti di professionalità dei delegati nelle materie previdenziale o finanziaria (fonti dlgs 231/01 - TUF - DM 79/2007 e art. 14 codice deontologico "dovere di competenza");

10) riduzione del numero dei delegati e dei costi di gestione (ripristino delle indennità e gettoni precedenti l'aumento deliberato a dicembre 2016 e tetto massimo per i rimborsi spese);

11) pubblicazione di tutte le delibere e delle rendicontazioni;

12) rappresentanza attiva ad ogni iscritto (si potrebbe confermare per quella passiva l'iscrizione da almeno 5 anni, per la maggiore esperienza);

13) recupero (o compensazione) delle somme prelevate a titolo di spending review (Corte Cost. 7/2017); e compensazione tra crediti e debiti dei singoli iscritti verso lo Stato;

14) armonizzazione normativa tra le Casse esistenti, per la creazione di sinergie che dovrebbero portare ad una UNICA CASSA di previdenza e assistenza per i professionisti italiani.

IL COMITATO SCIENTIFICO
Il tutto sostenuto da rigorosi studi attuariali ed ipotizzando la formazione di un Comitato Scientifico tra associazioni e gruppi convergenti e che dal Manifesto è sostenuto.

Il confronto sarà tra due diverse visioni della previdenza forense.

In un recente convegno a Messina Valter Militi avrebbe detto, uso il condizionale perché non ero presente, che i contributi minimi obbligatori sono un incentivo a non erogare prestazioni gratuite e a basso costo.

La mia riforma, 2009, ha aumentato la contribuzione minima per meglio finanziare la pensione minima, molto in voga tra gli avvocati.

Ma la profonda crisi economica, che ci accompagna dal 2010, e la legge professionale 247/2012 hanno cambiato l'avvocatura italiana e oggi impongono di cambiare anche la previdenza forense perché lo Statuto di Cassa Forense impone alla nostra Fondazione di assicurare previdenza e assistenza a tutti gli iscritti.

Oggi, come ho già scritto, Cassa Forense è un atelier di moda con due sole taglie a disposizione degli iscritti: la pensione retributiva e, residuale, la pensione contributiva.  Per stare al passo con i tempi e soprattutto per intercettare i bisogni di tutta l'Avvocatura italiana, sia di quella benestante che di quella povera, Cassa Forense deve trasformarsi in una sartoria di tipo artigianale, flessibile, equa e soprattutto sostenibile nel tempo.

Ha ragione Valter Militi quando attribuisce alla contribuzione minima obbligatoria lo scopo di non erogare prestazioni gratuite e a basso costo, ma questo risponde alla logica di un'avvocatura, e quindi di una previdenza, del passato, oggi profondamente cambiata.

Il Manifesto che Luigi Giacobbe, con Azione forense, sostiene è un algoritmo previdenziale che cerca di intercettare la domanda di previdenza e di assistenza dell'avvocatura di oggi e di domani proprio per dare esecuzione alla sua mission statutaria.

Il confronto a Messina è quindi tra l'establishment uscente, con buone possibilità di concorrere alla futura presidenza, e la voglia di cambiamento.
Ecco perché Messina, a differenza di Trento dove sono in competizione due candidati nuovi, rischia davvero di diventare l'Ohio di Cassa Forense.

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