Di Rosalba Sblendorio su Sabato, 03 Settembre 2022
Categoria: Deontologia forense: diritti e doveri degli avvocati

Il CNF può colmare la carente motivazione della decisione di primo grado

Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) è […] competente quale giudice di legittimità e di merito, per cui l'eventuale inadeguatezza, incompletezza e addirittura assenza della motivazione della decisione di primo grado, può trovare completamento nella motivazione della decisione in secondo grado in relazione a tutte le questioni sollevate nel giudizio sia essenziali che accidentali.

Questo è quanto ha ribadito il CNF con decisione n. 71 del 23 maggio 2022 (fonte https://www.codicedeontologico-cnf.it/GM/2022-71.pdf).

Ma vediamo nel dettaglio la questione.

I fatti del procedimento

Il ricorrente è un un avvocato che è stato tratto a giudizio disciplinare perché incolpato [...] della violazione delle norme professionali di correttezza, probità, decoro e diligenza, in quanto in più occasioni avrebbe:

È accaduto che all'esito dell'istruttoria dibattimentale, il CDD ha ritenuto il ricorrente responsabile per il capo di incolpazione suddetto, comminandogli la sanzione della sospensione per mesi due dall'esercizio della professione forense. 

Il caso è giunto dinanzi al CNF.

Ripercorriamo l'iter logico-giuridico di quest'ultima autorità.

La decisione del CNF

Il ricorrente si duole del fatto che la decisione del CDD è carente di motivazione. E ciò in quanto il CDD avrebbe fatto unicamente riferimento alle argomentazioni addotte dall'esponente e al conteggio da questi depositato.

Di diverso avviso è il CNF.

Innanzitutto quest'ultima autorità richiama quell'orientamento giurisprudenziale secondo cui anche in tema di procedimento disciplinare a carico degli avvocati, il giudice non ha l'obbligo di confutare esplicitamente le tesi non accolte né di effettuare una particolareggiata disamina degli elementi di giudizio non ritenuti significativi, essendo sufficiente a soddisfare l'esigenza di adeguata motivazione che il raggiunto convincimento risulti da un esame logico e coerente, non di tutte le prospettazioni delle parti e le emergenze istruttorie, bensì di quelle ritenute di per sé sole idonee e sufficienti a giustificarlo; in altri termini, non si richiede al giudice del merito di dar conto dell'esito dell'avvenuto esame di tutte le prove prodotte o comunque acquisite e di tutte le tesi prospettategli, ma di fornire una motivazione logica ed adeguata dell'adottata decisione, evidenziando le prove ritenute idonee e sufficienti a suffragarla, ovvero la carenza di esse (Corte di Cassazione, SS.UU, sentenza n. 6277 del 4 marzo 2019, Corte di Cassazione, SS.UU, sentenza n. 6277 del 4 marzo 2019). 

A detto orientamento va aggiunto il principio in virtù del quale anche ove la decisione di primo grado fosse carente, tale mancanza non costituirebbe un vizio di nullità del provvedimento impugnato in quanto alla motivazione carente, il Consiglio Nazionale Forense, giudice di appello, può apportare le integrazioni che ritiene necessarie. Quanto sin qui esposto è già di per sé sufficiente a ritenere infondato il ricorso dell'avvocato. Se a questo si aggiunge il fatto che nel caso di specie, ad avviso del CNF, il CDD ha correttamente motivato la decisione impugnata, appare ancor più evidente l'infondatezza delle doglianze del ricorrente.

Alla luce del considerazioni sin qui svolte, pertanto, il CNF ha ritenuto di: