Dopo la pubblicazione dell'interessantissimo libro di Franco Boccadutri, "Vittorini nella città degli Angeli", di cui ci siamo occupati lo scorso mese di marzo, ecco fresco di stampa un altro bel libro, "I Siciliani nella Resistenza", a cura di Tommaso Baris e Carlo Verri, per dell'editore Sellerio.
Perché è un libro interessante. E importante!
In primo luogo perché finalmente sfata la favola che la Sicilia non abbia dato alcun contributo alla Resistenza, se non quello di singoli Personaggi che erano passati, "Dall'antifascismo alla Resistenza"; è anche un capitolo del libro (pagg.200/241, da: Pompeo Colajanni a Salvatore Di Benedetto a Girolamo Li Causi. Tanto per nominarne solo alcuni.
Da cosa nasce questo libro.
Salvatore Nicosia, Presidente dell'istituto Gramsci Siciliano, lo motiva nella Premessa: "Questo volume è l'esito del convegno "Il ruolo della Sicilia nella Resistenza e nella guerra di liberazione" (Palermo, 13,14 ottobre 2016), organizzato dall'Istituto Gramsci siciliano per la storia dell'Italia contemporanea (ISSICO), nell'ambito delle iniziative finanziate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per il 70° anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione".
Un Convegno ricchissimo di interventi dei maggiori studiosi su un argomento che era stato rimosso fin dal Secondo dopo guerra, oggi recuperato, grazie alle ricerche d'archivio e agli studi di professori che nelle Università siciliane, italiane e internazionali operano con dedizione nei loro laboratori.
Carmelo Albanese, università di Firenze; Massimo Asta, Université Paris I; Luca Baldissara, Università di Pisa; Tommaso Baris, Università di Palermo; Antonino Blando, università di Palermo; Vittorio Coco, Università di Messina; Giovanna D'Amico, Università di Messina; Claudio Dellavalle, Università di Torino; Matteo Di Figlia, Università di Palermo; Michele Figurelli, Comitato scientifico dell'Istituto Gramsci Siciliano; Rosario Mangiameli, Università di Catania; Andrea Miccichè, Università di Catania; Santo Peli, Università di Padova; Toni Rovatti, Università di Bologna; Gaetano Silvestri, Università di Messina e Carlo Verri, storico contemporaneista.
Professionisti rigorosi che con i loro interventi hanno dato voce alle più belle pagine, "storico-politiche" di Storia siciliana.
Il libro è diviso in tre parti.
La prima parte si occupa di un "Quadro generale" sistematizzare gli avvenimenti di cui ci si occupa.
"Resistenza e Costituzione" e se ne occupa Gaetano Silvestri. Sfata il mito di una "Resistenza" "… che abbia prodotto un corpo omogeneo di valori, di dottrine e di programmi, poi transitato tale e quale nella carta costituzionale approvata dall'Assemblea costituente eletta il 3 giugno 1946". Invece, nella nostra Costituzione sono confluite i principi etici, ideologici e istituzionali delle forze politiche, laiche e religiose delle forze che avevano dato vita alla Resistenza dopo l'8 settembre 1943 e che si erano votate all'antifascismo durante il famigerato "ventennio".
Quanti ancora oggi si intestardiscono a vedere nel comunismo italiano dell'epoca la matrice di tutti i mali, sicuramente troverebbero sollievo nel leggere che i Padri Costituenti, con Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano, aveva rinunciato, ma forse non ci aveva mai pensato neanche prima, di <<… importare in Italia la repubblica di soviet", certo con confronti e discussioni abbastanza forti ma improntati ad una volontà di trovare soluzioni non prevaricatrici.
"In termini costituzionalistici concreti, si deve ricordare che i 'comunisti, ad esempio, rinunziarono alla revocabilità degli eletti; i democristiani alla seconda camera degli interessi, i socialisti alla pretesa di una più netta separazione tra Stato e Chiesa'>>.
Luca Baldissara affronta il complesso periodo della "…guerra partigiana, gli storici e la storia d'Italia". Un argomento, delicato quanto complesso.
Saranno in tanti, soprattutto quelli della mia generazione, a ricordare che i programmi di storia della scuole medie superiori si fermavano alla fine della Prima guerra mondiale. Almeno fino agli inizi degli anni sessanta del Secolo scorso.
Ebbene questo capitolo si occupa dell' "ingresso nell'età della storiografia".
La bibliografia di questo capitolo è una fonte ricchissima di autori che proprio in quegli anni si confrontarono storici di chiara fama. Da Roberto Battaglia a Claudio Pavone, da Franco Antonicelli a Norberto Bobbio.
Come interessanti sono gli studi territoriale dove la Resistenza ha combattuto.
La seconda parte, affidata a Toni Rovatti, "Profili ed esperienze di Resistenza di partigiani siciliani nell'Italia occupata" si occupa del ruolo dei giovani siciliani che is trovarono, Dopo l'8 settembre 1943, nell'Italia ancora occupata dai nazifascisti.
I partigiani siciliani, che parteciparono alla Resistenza nel Nord Italia furono 2.691 unità. Mentre i Siciliani finiti nei vari di campi di concentramento e successivo annientamento furono 761.
E mentre in Sicilia si dissertava tra Separatismo e presunto ruolo della mafia nella liberazione della Sicilia del 10 luglio 1943, alcune figure di primo piano, nel fronte della Resistenza e della Liberazione dell'Italia si facevano onore. Vincenzo Modica, di Mazzara del Vallo, e Pompeo Colajanni, il mitico comandante Nicola Barbato, si ritrovano nella valli piemontesi e si preparano alla liberazione di Torino.
Tanti i nomi di siciliani, sopravvissuti alla guerra e alle retate nazifasciste, occuperanno posti di rilievo nella politica siciliana e italiana. Da Luigi Cortesi, a Pompeo Colajanni, da Salvatore Di Benedetto a Girolamo Li Causi…! E a tanti altri debitamente menzionati in questo libro che si legge con vero piacere.